Coniugi uccisi dal monossido della stufa a Dignano

DIGNANO. Una stufa per ogni ambiente, di quelle portatili, a parabola, alimentate dalle bombole di gas. Provavano a vincere così il rigore dell’inverno Giovanni Deganis, 77 anni, e la moglie Lidiana Cargnello, 70, morti l’altra notte nella loro casa a due piani in via San Gallo, a Dignano.
A ucciderli è stata proprio una di quelle stufe: la cattiva combustione prodotta dell’impianto portatile ha fatto sprigionare monossido di carbonio che ha presto saturato l’aria delle stanze dell’alloggio. A trovarli ieri mattina - preoccupata perché i genitori non rispondevano al telefono - è stata la figlia Elsa: inutile ogni tentativo di soccorso dei sanitari del 118, che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso della coppia. La Procura ha disposto il sequestro dell’appartamento e della stufa incriminata; è stato aperto un fascicolo per l’ipotesi di omicidio colposo a carico di ignoti.
La stufa Entrambi pensionati, Giovanni e Lidiana abitano in uno stabile nel centro di Dignano, a cinquanta metri scarsi dal municipio. Le difficoltà a deambulare di lei costringono la coppia a vivere quasi esclusivamente al pianterreno dell’edificio che si sviluppa su due livelli al civico 13 di via San Gallo. Come facevano di solito, i due coniugi trascorrono la serata guardando la televisione in soggiorno, riscaldato - così come le altre stanze - da una stufa a parabola, collegata a una bombola a gas e appoggiata al pavimento.
Il dispositivo riscaldare l’ambiente resta acceso per diverse ore, le porte sono chiuse e non c’è dispersione: qualcosa non funziona, l’aria si satura in maniera fatale. Giovanni e Lidiana perdono i sensi, cadono in un sonno profondo, dal quale non si risvegliano più.
Sarà l’autopsia - già disposta dal magistrato di turno, Elena Torresin - a dover far luce su tempi e cause dei due decessi: è probabile che la morte sia sopraggiunta già nelle prime ore della notte, causata con ogni probabilità da un’intossicazione derivata dall’inalazione prolungata del monossido. Le chiamate e la scoperta lunedì mattina la figlia Elsa tenta a più riprese di mettersi in contatto con i genitori, che però non rispondono al telefono. Fisso e cellulari squillano a vuoto, inspiegabilmente.
La donna, che vive a Spilimbergo, si mette allora in macchina per raggiungere Dignano e verificare le condizioni di mamma e papà. Entra in casa con la sua chiave e capisce subito: l’aria è ancora resa pesante dal gas, i genitori giacciono privi di sensi in soggiorno. Spaventata, allerta il medico di base, che subito la invita a chiamare il 112. In via San Gallo arriva un’ambulanza da San Daniele, mentre da Udine e Spilimbergo giungono i vigili del fuoco.
Per i due anziani non c’è nulla da fare: i sanitari del 118 non hanno potuto fare altro che constatare i decessi, con le spoglie dei due coniugi che sono state ricomposte nell’obitorio dell’ospedale di San Daniele. Stanze sature di monossido I vigili del fuoco hanno operato per oltre un’ora nell’alloggio di Dignano, anche con strumentazioni tecnologiche per valutare i livelli di monossido di carbonio presenti nell’aria. Tutte le stanze dell’appartamento erano sature, secondo quanto appurato dai pompieri.
Negli altri ambienti i vigili del fuoco hanno trovato una dozzina di bombole di metano, con le quali la famiglia Deganis evidentemente contava di riscaldarsi.
Appena a ottobre, madre e figlio erano morti per le esalazioni di monossido in un appartamento a Pasian di Prato. E anche nelle scorse settimane non sono mancati i ricoveri per casi di intossicazione a Camporosso e Udine.
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