«Concorso per un posto di vigile urbano truccato, 3 anni a Cancian»

PORDENONE. Si avvia alle battute finali il processo sul caso del concorso per un posto di vigile urbano a Porcia, indetto nel giugno del 2011. Secondo l’accusa, le tracce d’esame sarebbero state comunicate in anticipo a due candidati, finiti a processo con i loro “suggeritori”.
In cinque attendono ora la sentenza di primo grado del procedimento che li vede imputati per rivelazione di segreto d’uffficio.
Ieri mattina il pm Pier Umberto Vallerin, al termine della sua requisitoria, ha chiesto al tribunale collegiale (presidente Eugenio Pergola, a latere Rodolfo Piccin e Andrea Scorsolini) tre anni di reclusione per l’ex comandante della polizia municipale di Sacile Luigino Cancian, ora a Maniago, difeso dai legali di fiducia Remo Anzovino e Paolo Dell’Agnolo.
Quanto a Francesco D’Angelo, agente della municipale di Pordenone in pensione (difeso dall’avvocato Antonio Pedicini) e a Leonardo Zucchiatti, comandante dei vigili urbani di San Daniele (avvocato Bruno Simeoni), la richiesta del pm è stata di 2 anni e 4 mesi ciascuno.
Per i due candidati al concorso di Porcia Alessandro Furlan di Oderzo (difeso da Francesca Cardin ) e Stefano Lipizer di Moruzzo (avvocato Stefano Comand) la pena richiesta dall’accusa è di poco inferiore: 2 anni e 2 mesi.
Per gli imputati ancora rivestiti di pubblica funzione, il sostituto procuratore ha chiesto anche l’interdizione dai pubblici uffici per due anni.
Vallerin ha serbato per il finale il colpo di scena, chiedendo la trasmissione degli atti alla Procura per valutare la posizione del comandante dei vigili urbani di Pordenone Arrigo Buranel, in relazione all’ipotesi di reato di falsa testimonianza.
Nella sua requisitoria il pm ha asserito che ci sarebbero forti discrepanze e contraddizioni fra le dichiarazioni rese in aula da Buranel e quelle captate da alcune intercettazioni telefoniche.
Fra gli elementi messi in evidenza nelle arringhe delle difese, che si concluderanno il 10 novembre, è stato evidenziato dall’avvocato Pedicini che, a giudicare dalle graduatorie «alla fine abbiano vinto quel concorso di polizia i più bravi» e che tutto si sia svolto «nella piena regolarità», mentre l’avvocato Simeoni ha rimarcato come dalle conversazioni telefoniche fra Zucchiatti e Cancian non emerga l’esistenza di alcun «sodalizio criminale per contraffare il concorso», bensì un normale rapporto di confronto fra due comandanti su tanti argomenti, attinenti tematiche di lavoro.
Le arringhe delle difese, cominciate ieri pomeriggio, si concluderanno il 10 novembre. Repliche e sentenza, invece, sono state fissate per il 15 dicembre.
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