Pordenone, atti in Procura per il capo dei vigili Buranel

Il pm Vallerin ha chiesto di valutare la sua posizione in merito all’ipotesi di reato di falsa testimonianza
FOTO MISSINATO - VIGILI URBANI CONFERENZA
FOTO MISSINATO - VIGILI URBANI CONFERENZA

PORDENONE. La bomba esplode in aula poco dopo mezzogiorno. Quando il pm Pier Umberto Vallerin, al termine della sua requisitoria, chiede la trasmissione degli atti in Procura per valutare la posizione del comandante Arrigo Buranel in relazione all’ipotesi di reato di falsa testimonianza.

Vallerin ravvisa una serie di contraddizioni fra quanto riferito sotto giuramento in aula dal comandante Arrigo Buranel e quanto risulterebbe da alcune intercettazioni telefoniche intercorse fra lo stesso Buranel e Luigino Cancian.

Discrepanze che, ad avviso del pm, riguardano il luogo (in cui si sarebbero incontrati i due comandanti per valutare quali argomenti d’esame inserire nelle tracce del concorso di Porcia del giugno del 2011) e la modalità (collegiale o meno) con le quali sono state condivise le scelte delle tracce.

Il pm, quindi, stigmatizza i retroscena del concorso per il posto di vigile urbano che emergerebbero, in particolare, da un’intercettazione di martedì 17 maggio. «Se questa è l’impostazione di un concorso pubblico, c’è da mettersi le mani nei capelli», osserva il sostituto procuratore, citando testualmente un’espressione utilizzata nella conversazione telefonica in cui si fa riferimento alle «sapientone che hanno studiato», quasi fossero un rischio da scongiurare.

«Due pubblici ufficiali esprimono la volontà di escludere chi ha studiato», chiosa Vallerin.

Sul punto, nell’udienza del 3 marzo, Buranel aveva già risposto, negando recisamente l’allusione a discriminazioni a danno di candidate donne. Allora il pm l’aveva sollecitato, domandando se nella telefonata del 17 maggio si era parlato dell’ipotesi di evitare l’accesso di candidate femminili.

«Assolutamente no», aveva replicato in quell’udienza il comandante della polizia locale, sottolineando come, invece, «nei concorsi le ragazze sono sempre molto preparate, perché studiano di più dei maschi», «è la realtà dei fatti, se sono preparate, vincono».

Un assist a Buranel è arrivato, ieri mattina, in udienza, dall’avvocato Antonio Pedicini: «Ha tutta la mia comprensione. Oggi si vuole indicare lui come capro espiatorio di una gestione concorsuale. Il pm dice che Buranel non è credibile e altre due testimoni, invece, sì: questo mi pare ingeneroso nei confronti del comandante».

La notizia della trasmissione degli atti coglie di sorpresa Buranel che non commenta, dando prova, ancora una volta, della sua correttezza istituzionale. Solo una nota di amarezza gli incrina la voce.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto