Concorso per l’anagrafe: si presentano in 81 per un solo posto

TRIVIGNANO. Un esercito di 81 candidati, di tutte le età e provenienti da ogni parte della regione ma non solo. C’è anche chi arriva da Portogruaro, dalla provincia di Rovigo e perfino da Macerata.
Tutti a caccia di stabilità e del tanto desiderato posto fisso. Giovedì 11 luglio, nella palestra comunale del paese, si sono svolte le prime due prove del concorso pubblico indetto, lo scorso mese di maggio, dal Comune di Trivignano per l’assunzione a tempo pieno e indeterminato di un istruttore amministrativo (categoria C1) per l’area amministrativa, servizio anagrafe, stato civile ed elettorale.
Le domande presentate sono state in tutto 108 e 103 sono state giudicate idonee ad affrontare la prova scritta e quella teorico pratica. Ieri, come detto, si sono presentati all’appello 81 candidati.
Il prossimo mese di ottobre, dopo 43 anni di servizio, l’attuale addetta all’anagrafe andrà in pensione e, al suo posto, già a partire dal 22 luglio, entrerà in servizio il nuovo assunto, all’inizio con orario part time di 23 ore per poi procedere con un successivo ampliamento full time a 36 ore, dal primo gennaio 2020. Lo stipendio annuo è di 26 mila euro lordi.
Nonostante il titolo di studio richiesto per partecipare al concorso fosse il diploma di scuola secondaria di secondo grado, i laureati erano davvero tanti.
C’erano giovani studenti che hanno appena terminato gli studi universitari, mamme in cerca di lavoro con marito e figlio a seguito, donne e uomini oltre la cinquantina rimasti improvvisamente senza occupazione e anche persone con un lavoro a tempo indeterminato ma alla ricerca di una condizione lavorativa migliore rispetto a quella attuale.
«Sembra incredibile per una comunità piccola come la nostra ma i numeri di questo concorso fanno riflettere – il commento del sindaco di Trivignano, Roberto Fedele, che era sul posto –. Tutto ha avuto inizio nel 2014, quando la Regione ha rimosso il nullaosta per i dipendenti di tutto il comparto unico.
I Comuni si sono svuotati, soprattutto quelli più piccoli, perché la mobilità considerata neutra, cioè chi se ne va per volontà propria, aspirava a posti migliori.
Ovviamente è necessario trovare un altro dipendente di pari livello per sostituire chi si è spostato per cercare un posto più appetibile. L’emorragia pesante – continua il primo cittadino – ha interessato i piccoli enti a beneficio di quelli più grandi, la Regione soprattutto».
Fedele evidenzia che, da giugno a novembre 2014, c’è stata un’ulteriore mazzata per le piccole amministrazioni come Trivignano.
«La riforma delle autonomie locali – conclude il primo cittadino – ha creato nuove opportunità per spostare i dipendenti nelle strutture più grandi. Insomma, un’altra occasione negativa per svuotare i piccoli comuni. Ricordo che Trivignano ha una pianta organica di 12 dipendenti ma a causa della mobilità attualmente ne conta soltanto 7». —
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