Concorso maestri d’asilo, persi i codici: esame a rischio

Non è possibile abbinare gli autori a 50 compiti, sostenuti nel 2016. Bloccate le graduatorie dei 189 posti, esame a rischio ripetizione

UDINE. Dopo due anni c’è il rischio annullamento per il concorso che avrebbe dovuto arruolare 189 maestri per la scuola dell’infanzia. I lavori di correzione degli scritti da parte delle commissioni sono terminati alla fine di gennaio, ma la graduatoria non può essere pubblicata perché circa una cinquantina di prove non ha un autore. Sono stati cioè persi due plichi che contenevano le corrispondenze fra i codici assegnati ai compiti e ai candidati.

Concorso per maestri d'asilo, l’imbarazzo del numero uno della scuola


Come accade per tutti concorsi pubblici, l’elaborato è anonimo. La prova scritta cioè non riporta né il nome né il cognome dell’autore, ma un semplice codice numerico.

In una busta separata c’è l’accoppiamento del codice con il nome del candidato ed è proprio questa la parte che è andata perduta. Nel 2016 i quasi 700 candidati in regione avevano sostenuto i test sparsi in varie scuole. Ciascuno si collegava al sito internet del Ministero, il Cineca, e rispondeva alle domande.

Al termine della prova i candidati chiudevano in una busta i propri dati identificativi e il codice numerico assegnato al proprio compito. Quelle buste sono rimaste nelle scuole in cui si svolgeva il concorso.

Nel frattempo, però, fra proteste dei commissari pagati pochissimo per le correzioni e l’avvicendamento di tre direttori dell’Ufficio scolastico regionale (Usr) a Trieste (nell’ordine: Pietro Biasiol, Alida Misso e Igor Giacomini), le buste con gli abbinamenti sono rimaste per due anni in custodia nelle diverse scuole sede d’esame. I candidati? In paziente attesa. Poi però la situazione si è sbrogliata e sotto la direzione del presidente di commissione, Paolo De Nardo, si sono messe al lavoro due sottocommissioni, guidate dai dirigenti Antonio Colussi e Vittorio Del Bianco.

Valutati tutti gli scritti, circa 700, il 25 per cento dei candidati è stato ammesso all’orale. Ma è a questo punto che arriva l’amara sorpresa: due plichi custoditi entrambi nella stessa scuola e contenenti ciascuno circa 25 coppie nome-numero, sono andati smarriti. E quindi una cinquantina di scritti resta anonima. Ecco spiegato il protrarsi dei tempi.

L’intera operazione di correzione, infatti, era terminata alla fine di gennaio. Nei primi giorni di febbraio sarebbero dovute essere andate in pubblicazione le graduatorie e, dopo i 20 giorni di tempo necessari per legge, si sarebbe potuto procedere con l’avvio delle prove orali all’inizio di marzo (tra martedì 6 e ieri).

Un ruolino di marcia che è saltato nel momento in cui i due plichi con le corrispondenze non sono più venuti fuori. Il rischio annullamento dell’intero concorso (con perdita di denaro pubblico e del tempo dei candidati) è quindi dietro l’angolo. Perché, stando così le cose, la cinquantina di candidati per cui non si trova una corrispondenza fra elaborato e autore, è costretto a ripetere la prova.

Loro per primi possono fare ricorso. Ma anche tutti i bocciati sono autorizzati ad andare dal giudice perché le procedure non si sono svolte in modo regolare. Paralizzando di fatto l’iter di arruolamento di nuovi maestri. Nel frattempo il lavoro delle commissioni è congelato. I commissari, al momento di sciogliere l’anonimato, si sono trovati davanti l’amara sorpresa.

A quel punto la patata bollente è passata al direttore dell’Usr, Giacomini, che però è stato nominato da meno di quattro mesi e si trova sulle spalle una questione che si protrae da due anni. Ora con tutta probabilità la palla passerà alla magistratura perché se non si troveranno le buste con gli abbinamenti (disperse ormai da più di un mese), sarà tutto da rifare.

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