Concordia gremito per la storia di vita di Gianna Jessen

La madre tentò di abortire, ma lei riuscì a sopravvivere «Con la mia esperienza ora cerco di aiutare gli altri»
Al suo ingresso l’auditorium Concordia le ha tributato una standing ovation: tutti in piedi per applaudire una sopravvissuta, Gianna Jessen, la quarantenne americana nata viva nonostante la madre avesse tentato di abortire il feto. Gianna era l’altra sera ospite dell’iniziativa organizzata dal Movimento per la vita assieme al Forum per le famiglie Fvg, mentre durante la mattinata ha incontrato gli studenti al teatro Don Bosco.

Gli organizzatori non hanno esitato ad affermare che la sua sopravvivenza è un miracolo. «Nel mondo i sopravvissuti a un aborto salino si contano sulle dita di due mani», ha spiegato Tommaso Pellegrini, vicepresidente del Movimento per la vita. Gianna fa fatica a camminare, ma i suoi occhi esprimono gioia di vivere, il suo sorriso è contagioso, il suo entusiasmo sprigiona positività e speranza. La sua non è stata una vita semplice. Nacque alla trentesima settimana di gravidanza da una ragazza appena diciassettenne che tentò di abortire con un’iniezione di soluzione salina. Il feto fu espulso ancora vivo nonostante 18 ore di esposizione alla soluzione. I medici le diedero poche chance di sopravvivenza e, comunque, secondo loro avrebbe vissuto una vita con grossi deficit fisici e mentali. Invece lei non soltanto è sopravvissuta, ma ha superato la paralisi celebrale, ha cominciato a stare eretta e a camminare. «Ho sempre saputo che la mia vita non era uguale a quella degli altri – racconta – e quando avevo 12 anni chiesi alla mia madre adottiva di raccontarmi tutta la verità. Lei mi aveva sempre detto che camminavo così perché la mia nascita era stata traumatica. Ebbene, quando mi raccontò tutto, non rimasi particolarmente scioccata: ne avevo ormai superate tante che quello che mi stava dicendo era soltanto un tassello in più nella mia storia». La madre naturale l’ha poi conosciuta. «L’ho perdonata – ammette –. Io sono di fede cristiana e il perdono è insito negli insegnamenti cristiani». Nonostante le grosse difficoltà che ha dovuto superare nella vita (raccontate in un libro autobiografico e anche nel film “October baby” che narra la sua storia), non ha mai pensato nemmeno per un momento che sarebbe stato meglio morire. «Ho avuto grandi momenti di sofferenza – spiega –, ma non vivo come una vittima. Anzi, con la mia esperienza cerco di aiutare gli altri a scoprire la bellezza che ci circonda e a superare le difficoltà, perché non tutte le tristezze sono negative».

Gianna Jessen è oggi una attivista antiabortista: ha raccontato la sua storia al Congresso degli Stati Uniti d’America e alla Camera dei Comuni del Regno Unito. «La sua vita e la sua testimonianza sono a servizio delle persone – dichiara Matteo Fantuz del Forum delle famiglie –. A chi l’ascolta riesce a infondere la gioia della vita e la speranza».

«Saremo contenti – sottolinea Pellegrini – se anche una sola donna, ascoltando Gianna, riuscisse a capire che non è sola e che ci sono realtà come la nostra che le aiuta economicamente e psicologicamente. A livello nazionale esiste il progetto Gemma per adottare una mamma a distanza e appoggiarla nel suo percorso affinché possa portare a termine la gravidanza. Questo anche ricordando il triste episodio avvenuto a Trieste, dove una giovane mamma ha abbandonato il figlio appena nato, che è morto: in quell’episodio c’è tutto il nostro rammarico per non essere stati in grado di intercettare il disagio».

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