Concordato Presotto Creditori all’asciutto a 12 mesi dall’omologa
Un anno dopo l’omologa del concordato preventivo in continuità – l’anniversario cadeva il 4 luglio – i creditori della Presotto industrie mobili spa, storica azienda del mobile di Brugnera, sono all’asciutto. I dipendenti attendono il riparto degli utili, le banche, invece, l’acquisto del capannone per 4 milioni di euro da parte di Ibla capital, società di intermediazione finanziaria con sede a Roma che detiene attraverso una holding la maggioranza in Presotto spa.
Nel suo parere, inviato a tutti i creditori, il commissario giudiziale Alberto Poggioli ha ricordato che il piano concordatario prevedeva entro dicembre 2019 il pagamento di debiti verso i dipendenti per 585.734 euro, di oneri per la ristrutturazione del personale per 140 mila euro, spese per la presentazione del concordato per 356.160 euro e spese correnti per la procedura per 18 mila euro.
Nella relazione trimestrale inviata al giudice Roberta Bolzoni, Presotto spa ha puntualizzato che era previsto nel piano il pagamento «di parte dei debiti privilegiati verso i dipendenti entro dicembre 2019, ma il management aveva già informalmente convenuto con le rappresentanze sindacali di differire la prima tranche di rientro del debito in essere con il personale alla scadenza dell’anno dall’omologa». Cioè il 4 luglio. Il chief executive officer di Ibla capital Alessandro Lo Savio ha precisato ieri che la società non ha chiesto dilazioni e che «è stato concordato un pagamento in più tranche da luglio».
Ibla avrebbe dovuto formalizzare dal notaio l’offerta d’acquisto per il capannone dopo che l’asta è andata deserta. La società ha specificato al liquidatore Paolo Croppo che l’impegno di acquisto scadeva il 4 luglio e che le date indicate nelle tabelle del piano di concordato (giugno o al più tardi dicembre 2019) erano meramente ipotetiche. Con la vendita si pagheranno quasi tutti i debiti ipotecari (pari a 4.481.101 euro).
«La società – il commissario ha scritto così ai creditori di Presotto – non riuscirà a rispettare le previsioni del piano e non potrà quindi, con i soli risultati della gestione, dar corso ai riparti previsti e al rispetto degli impegni concordatari». Presotto spa ha contestato tali conclusioni in una propria missiva, inviata ai creditori, evidenziando i segnali di ripresa nel primo trimestre: se non ci fosse stato il lockdown il margine operativo lordo sarebbe stato «in linea con le previsioni del piano».
Simonetta Chiarotto, della Fillea Cgil, assiste una decina di ex dipendenti di Presotto: «È una situazione complicata, a suo tempo noi avevamo espresso la nostra contrarietà al concordato, i lavoratori invece hanno votato a favore, ma i pagamenti devono essere effettuati». Dopo l’omologa, possono depositare istanza di fallimento solo i creditori o il pm. In ballo, però, ci sono un centinaio di posti di lavoro e un’azienda che a giugno ha ricevuto il 15% di ordini in più rispetto al 2019. —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto