Concordato per il prosciuttificio Brendolan

SAN DANIELE. Erano stati i debiti a spingere, nel 2013, il consiglio di amministrazione del gruppo Brendolan a decidere di mettere in liquidazione la società, leader nella produzione di prosciutti con ben tre stabilimenti a San Daniele del Friuli.
Su quella scelta, i liquidatori hanno dovuto fare dietro front a inizio anno. Verificata a dicembre l’impossibilità di rientrare dai consistenti debiti, per milioni di euro, hanno chiesto al tribunale di Vicenza (competente avendo sede il gruppo nella provincia veneta) l’ammissione al concordato preventivo per la società, che nei giorni scorsi ha ottenuto il via libera da parte dell’ufficio giudiziario.
Il passaggio promette d’essere tutt’altro che indolore per le maestranze coinvolte, 83 in tutto di cui 42 occupate nei siti produttivi friulani. Dall’anno scorso, attendono invano l’erogazione della cassa. Il decreto al Ministero del lavoro non è infatti ancora stato firmato e in assenza di quello l’Inps non può procedere ai pagamenti. Da sette mesi, 42 famiglie nella sola San Daniele sono dunque a zero reddito. Ma c’è di peggio. Se le spettanze relative a questi primi mesi arriveranno non appena il decreto sarà firmato, e l’auspicio è che ciò avvenga in tempi brevi, quelle a partire dalla data dell’ammissione a concordato slitteranno invece ancora. Presumibilmente per un tempo altrettanto lungo.
«Il passaggio dalla liquidazione volontaria al concordato preventivo richiede infatti un nuovo esame congiunto finalizzato al cambiamento della causale dell’ammortizzatore che non è più la cessazione d’attività ma la procedura concorsuale. Risultato – spiega Fabrizio Morocutti, segretario di Flai Cgil Udine -: dovremo tornare a Roma, al ministero del Lavoro, firmare la richiesta della nuova Cigs, attendere chissà per quanti mesi il decreto che consentirà all’Inps di riprendere con l’erogazione dell’indennità di cassa. I lavoratori dovranno dunque fare i conti con un prossimo, nuovo lungo buco di reddito».
La prospettiva è stata illustrata nei giorni scorsi ai lavoratori riuniti in assemblea, presente l’assessore provinciale alle attività produttive, Leonardo Barberio, cui Morocutti ha chiesto un impegno, davanti ai lavoratori, affinché palazzo Belgrado garantisca il pressing necessario sull’Inps per sbloccare, una volta firmato il decreto del ministero, le indennità nel minor tempo possibile. Questa la situazione.
E pensare che fino a pochi anni or sono, nel compendio produttivo del prosciutto di San Daniele, Brendolan rappresentava per volumi la seconda realtà. Subito dopo Principe. Dai suoi tre stabilimenti, forti di oltre 36 mila metri quadri di superficie, uscivano circa 350 mila cosce Dop San Daniele all’anno, oltre 10% di quelle prodotte nelle trenta aziende del locale consorzio. Una storia di successo finita dinnanzi a una lunga lista di debiti, per decine di milioni di euro, che ha spinto il Consiglio di amministrazione da l’anno passato a tirare i remi in barca e mettere in liquidazione la società, oggi ammessa al concordato. Dei tre stabilimenti sandanielesi, l’anno passato il più piccolo, quello di via Gemona, è stato dato in affitto di ramo d’azienda alla Martelli Salumi che ha rioccupato 12 persone.
Ne restano, in Cigs, 42, speranzose che la procedura concorsuale aiuti finalmente ad avvicinare qualche nuovo imprenditore, desideroso d’investire in un comparto che la crisi la sente, ma molto meno di altri.
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