Comune antifascista, polemica in consiglio

Carta di Stazzema, l’ente aderisce all’anagrafe. Tra gli astenuti Chiaruttini: «Atto senza significato»

SAN VITO. Il Comune di San Vito aderisce all’anagrafe nazionale antifascista, sottoscrivendo la Carta di Stazzema: è tra i pochissimi enti civici in Italia, ma nel mezzo di decine di migliaia di sottoscrizioni.

Sono state necessarie quasi due ore di discussione, in consiglio comunale, per arrivare alla votazione: favorevoli i gruppi di maggioranza (Pd, Progetto insieme e Sinistra) e quello dei Cittadini, astenuti i consiglieri di Amo San Vito, Fratelli d’Italia e Vivere San Vito. Ma con posizioni distinte. Il sindaco Antonio Di Bisceglie ha spiegato che «con la delibera, vogliamo far sì che non vadano persi di vista i valori democratici e costituzionali. Perché nulla è acquisito: ci sono rigurgiti di vario tipo».

Di Bisceglie ha ricordato la strage di Sant’Anna di Stazzema, i sacrifici di quanti hanno creduto nella democrazia combattendo il fascismo e arrivare alla stesura della Costituzione. Anche a livello locale: «Per la libertà, a San Vito hanno perso la vita 20 persone, 9 fucilate, 3 in combattimento, 2 torturate, 6 nei lager». Donatella Piazza (Progetto insieme) ha posto l’accento sugli «episodi di intolleranza e violenza che si stanno verificando». Adesione convinta di Alberto Bernava (Cittadini): «Non comprendo chi non si dichiara antifascista, perché quanti hanno combattuto per la libertà, contro un regime criminale, l’hanno garantita a tutti, con l’unico divieto di riorganizzare il partito fascista».

Tra gli astenuti, Iacopo Chiaruttini (Fdi) ha esordito rimarcando che il suo partito è «legato a una forma di governo democratica: condanna qualsiasi dittatura. Il partito fascista è morto con Mussolini, mentre sono preoccupato dal ritorno del Pc e movimenti di sinistra. Questa iniziativa è priva di significato. A meno che non votiamo anche la condanna del comunismo e di tutti i governi dittatoriali». Proposta ignorata, da lì l’astensione di Chiaruttini. Ha risposto Luis Truijllo (Sinistra per San Vito) che, condannando ogni violenza, a qualsiasi colore politico faccia riferimento, e ricordando di aver vissuto le dittature del Sudamerica, ha osservato che l’adesione all’anagrafe non dev’essere fine a se stessa, ma tesa a vigilare nel presente che non si torni al passato più buio. Diverse le motivazioni di Valerio Delle Fratte (Amo San Vito): ha puntato il dito contro le distorsioni storiche, da tutte le parti, che fanno leva sull’ignoranza. «Non serve iscriversi a liste o gruppi – ha detto – nei quali si rischia di trovarsi accanto a chi oggi si trova nelle piazze a caricare le forze dell’ordine. La violenza dev’essere condannata da qualunque parte arrivi: dobbiamo promuovere la cultura e la conoscenza attraverso il nostro comportamento e i nostri atti».

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