Compie 90 anni la grotta dedicata alla Madonna e costruita con i materiali della Grande guerra
la storia
davide francescutti
Un simbolo di pace costruito con i “materiali” della guerra: stanno per ricorrere i 90 anni dalla posa della prima pietra della grotta della Madonna del Ponte Delizia, ispirata a quella di Lourdes e realizzata con le trincee e i residuati bellici della Grande guerra, che proprio qui vide il 30 ottobre 1917 una dei più feroci scontri tra esercito italiano in rotta dopo Caporetto e i nemici austro-ungarici e tedeschi (narrata anche da Ernest Hemingway in Addio alle armi).
Ancora oggi la grotta che si trova, venendo da Casarsa, sulla sinistra percorrendo la Pontebbana sotto la testa di ponte, mostra una bomba di aereo, tre di mortaio e altri manufatti risalenti al conflitto di oltre un secolo fa. La redazione del bollettino parrocchiale di Valvasone, armandosi di pazienza nel controllare gli archivi storici, è riuscita a ricostruire la storia del luogo di culto, voluto dall’arciprete don Giovanni Ciriani, che aveva partecipato alla Grande guerra con il grado di capitano. Diventato dal 1924 parroco di Valvasone, decise di onorare la memoria dei caduti sul luogo del Ponte con una chiesa che fosse anche punto di riferimento per gli abitanti dell’omonima località.
Già l’associazione Combattenti e reduci di Valvasone ogni ottobre li ricordava in questo luogo: coinvolto il sodalizio e i citati abitanti del luogo, si pose la prima pietra il 12 ottobre 1930, per poi lavorare per i successivi 12 mesi utilizzando principalmente quello che il Tagliamento riconsegnava del vecchio ponte fatto brillare nel 1917, tra trincee, pilastri e altri residuati. In supporto per le questioni più tecniche arrivò anche l’impresa Pighin di Casarsa, ma il costo fu pagato dai valvasonesi con le loro offerte durante le messe, la vendita settimanale delle uova e il lavoro volontario. «In tutto – ricordano gli storici del bollettino parrocchiale – la comunità destinò all’opera 11 mila lire».
La statua della Madonna fu realizzata dall’artista pordenonese Luigi De Paoli. Si scelse per la consacrazione l’11 ottobre 1931, in ricordo dei 1.500 anni dal Concilio di Efeso. Negli anni successivi la grotta fu completata fino a raggiungere le dimensioni attuali, tanto che il 4 ottobre 1934, durante la cerimonia, don Giuseppe Lozer, padre della cooperazione sociale a Torre di Pordenone, la definì la “Massabielle” (nome della grotta di Lourdes, ndr) del Tagliamento.
La grotta divenne un punto di riferimento per la memoria della Grande guerra. Proprio lì erano stati seppelliti i caduti sotto croci di fortuna e le famiglie, una volta vinta la guerra da parte dell’Italia, erano venuti a riprendere le salme dei loro cari. Ancora oggi l’area è inserita in un itinerario storico-turistico intitolato a Svetozar Boroevic Von Bojna, feldmaresciallo austro-ungarico che guidò l’avanzata dopo Caporetto. –
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