Commozione e rabbia ai funerali di Nadia: «Lui a casa, lei in cielo»

«È troppo grande il dolore», dice Antonella Zuccolo, la mamma di Nadia Orlando, alla fine della messa celebrata ieri, a Vidulis, in ricordo della figlia. Il papà Andrea cerca di mandare giù le...
Vidulis 03 Settembre 2017 Messa commemorativa © Petrussi - Bressanutti
Vidulis 03 Settembre 2017 Messa commemorativa © Petrussi - Bressanutti
«È troppo grande il dolore», dice Antonella Zuccolo, la mamma di Nadia Orlando, alla fine della messa celebrata ieri, a Vidulis, in ricordo della figlia. Il papà Andrea cerca di mandare giù le lacrime, sono poche le volte che ci riesce. Nessuno, almeno nella giornata di ieri, ha voluto commentare la decisione del tribunale del Riesame di Trieste che ha disposto i domiciliari per Francesco Mazzega. Soltanto il papà, vedendo il fiocchetto rosso contro la violenza alle donne appuntato sulla giacca di una signora, ha esclamato con rabbia: «Vede, lei lo ha ancora, qualcun altro, invece, non ne ha tenuto conto». Poche parole e uno sguardo eloquente, il suo.


La mamma, il bel volto segnato dalla sofferenza, spiega che ci vorrà del tempo, ma un giorno parlerà. «È ancora presto – dice – la mia Nadia non c’è più. Capisce?». Sì, capiamo. In chiesa sono presenti i parenti, gli zii, i cugini di Nadia. «Ci è cascato il mondo addosso», sussurra il nonno. Il sindaco Riccardo Zuccolo, che sabato ha inviato un appello al presidente della Repubblica e a tutte le sedi istituzionali per chiedere giustizia, aveva proclamato il lutto cittadino. Lutto che tutta la comunità dignanese porterà nel cuore, fino a quando la legge - «che non per tutti è uguale», come ha detto un giovane - non potrà fare il suo normale corso. Era infatti un clima di sfiducia quello che serpeggiava ieri tra la gente, rimasta a capannelli al termine del rito religioso sul sagrato per salutare i genitori della vittima. «Lui a casa, Nadia in cielo», andava ripetendo più di qualcuno, biasimando la scelta del Riesame.


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