Colpito da malore, muore 4 mesi dopo

PAVIA DI UDINE. Settimane di lotta per la sopravvivenza, nel reparto di terapia intensiva del Santa Maria della Misericordia di Udine. Poi la timida ripresa, il barlume di speranza, la fisioterapia. Infine il crollo – il 22 dicembre scorso, proprio davanti al personale medico che lo stava seguendo nella riabilitazione – e da allora il buio, sino a quando lunedì, dopo due mesi e mezzo di coma, il suo cuore ha cessato di battere.
Se ne è andato nel fiore dell’età, Davide Padovano, 33enne originario di Lumignacco di Pavia di Udine (ma da qualche tempo residente ad Adegliacco, in Comune di Tavagnacco) che lo scorso novembre era stato colpito da un’emorragia cerebrale nel piazzale di un distributore di benzina, a Udine, mentre stava lavando il furgone della ditta per la quale lavorava.
Si è spento dopo un calvario ospedaliero che ha precipitato i suoi familiari e i tantissimi amici in un devastante vortice a “corrente alternata”, in cui attesa e fiducia si avvicendavano, continuamente e inevitabilmente, a realismo e disincanto.
Lunedì, appunto, l’epilogo. Il peggiore. Il finale che tutti, pur nella consapevolezza della gravità della situazione, cercavano di scacciare dal pensiero. «Aveva un’intera vita, davanti a sé». Il padre del giovane, Giancarlo, parla a fatica. Troppo dolore: «Era il mio unico figlio», dice piangendo. «Il figlio ideale». Perché di qualità, Davide, ne aveva tante: «Un ragazzo affettuoso, generoso, solare. Profondamente legato ai suoi cari e animato da progetti di famiglia: con la fidanzata Helena aveva appena comprato un appartamento. Si erano tanto sforzati per raggiungere quell’obiettivo, avevano acceso un mutuo…».
La voce di Giancarlo Padovano si incrina, la commozione toglie il fiato. Dopo un attimo, però, i ricordi cominciano a rifluire, delineando il ritratto di una figura capace di farsi amare, stimare, benvolere.
«Aveva un animo gioioso: non per nulla era pieno di amici – racconta ancora il papà –. Non appena il lavoro gli concedeva un attimo di tempo veniva a trovarci, qui a Lumignacco. Per un periodo aveva fatto l'autista di camion, ma di recente era stato assunto da un negozio di elettronica di Feletto, per il quale lavorava come tecnico antennista. Da studente si era infatti formato all'istituto Ceconi».
In testa alle sue passioni, da sempre, i rally. «Già da bambino Davide adorava seguire le gare di macchine – spiega il padre –. Ha pure partecipato a qualche corsa... e alcuni mesi fa, fra l'altro, aveva sistemato e attrezzato un'auto completamente da solo, in vista di ulteriori competizioni».
I funerali del giovane, che lascia anche la mamma Silvella, lo zio paterno Attilio e la nonna materna Anita, saranno celebrati questo pomeriggio alle 16, nella parrocchiale di Lumignacco.
Lucia Aviani
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