Codroipo e Camino ritornano insieme dopo settant’anni

CODROIPO. Settant’anni fa erano uniti in un unico Comune. Ma allora l’unione si interruppe dopo due decenni. Ora Codroipo e Camino al Tagliamento sono pronti a ripercorrere la strada della fusione. All’appuntamento con la storia l’amministrazione Marchetti si è presentata l’altra notte in consiglio comunale, quando alle 3 mancavano 20 minuti.
Cinque ore di discussione, otto emendamenti presentati dall’opposizione, l’astensione della Lega Nord, il pressing della minoranza che tenta fino all’ultimo di rilanciare la fusione «con Bertiolo e Varmo per raggiungere la dimensione ottimale di 30 mila abitanti».
La minoranza incalza Marchetti. Lo accusa di aver accelerato i tempi per un matrimonio d’interesse, lo accusa «di fare il minimo, di non avere lungimiranza politica, di essere stato ignavo nel non cercare collaborazioni con altri Comuni del Medio Friuli, di aver fatto perdere la leadership a Codroipo».
Ma per il sindaco l’operazione fusione non poteva attendere. «L’accelerazione la fai quando devi fare lo sprint finale – dice –, la legge regionale delle Uti ha spaccato il fronte dei sindaci del Medio Friuli fino allora compatto per cui noi l’abbiamo contestata. Sento parlare di fusione come un matrimonio, ma non stiamo parlando di un contratto: questa è un intesa e in democrazia le intese le fa chi governa».
Pd e Progetto Codroipo presentano otto emendamenti «con spirito migliorativo». Tra questi la possibilità di allargare l’iter a Varmo e Bertiolo, la proposta di Codroipo come nome del nuovo Comune «per aprirsi alle comunità escluse», la richiesta di aumentare i membri del consiglio da 24 a 26 «affinchè la rappresentanza delle due comunità sia tutelata invece che garantire due assessori in rappresentanza di Camino».
Gli emendamenti non passano e l’aula deve esprimersi. Il Pd con Fiammetta Montanari lascia l’aula: «Sono favorevole alle fusioni e non posso votare contro per principio. Così come è scritta, però, è irricevibile».
La segue Gigante, per il quale la fusione «è un colpo di teatro, una manovra elettorale». Favorevole Forza Italia: «Codroipo e Camino – dice il capogruppo Bruno Di Natale – sono stati uniti 20 anni, sta a tutti noi fare in modo che ora duri molto di più. Questo è un momento storico, il resto sono solo chiacchiere».
Favorevole anche il consigliere di opposizione Raffaello Tosatto. Il Carroccio si astiene. «Non è tempo per le polemiche – sottolinea il capogruppo Antonio Zoratti –, ma è il tempo di costruire, abbiamo fatto un passo in avanti importantissimo».
E si astiene anche Progetto Codroipo, che si dice «favorevole alle fusioni, ma contraria a chi le usa come pretesto di bandiera e per poter godere ancora un anno dello stipendio di sindaco».
Ora la parola spetta alla Regione per indire il referendum.
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