Codici medievali sottratti: Sarkozy risponde a San Daniele
Gli antichi testi furono trafugati dalle truppe napoleoniche

SAN DANIELE.
Villa Seravallo chiama, l’Eliseo risponde. Per la prima volta in 200 anni la Francia acconsente a prendere in esame la richiesta di restituzione dei codici miniati sottratti all’antica biblioteca Guarneriana nel 1797 per ordine di Napoleone Bonaparte. Lo fa con una missiva firmata per conto del presidente Nicholas Sarkozy dal suo capo aggiunto di gabinetto, Simon Babre, inviata in risposta alla petizione che tempo addietro, poco dopo l’insediamento dell’amministrazione Iob, aveva promosso l’allora assessore alla cultura Flavia Rizzatto, di recente dimessasi dall’incarico.
La petizione, seguita da oltre mille 500 firme raccolte principalmente sul web, era stata inviata all’Eliseo nella speranza che dalla Francia, magari anche per intercessione dell’italianissima Carla Bruni, potesse finalmente esserci un’apertura di credito. La speranza si è realizzata. Non per tramite della premiere dame di Francia, bensì di un grande amico di San Daniele: Jean-Luc Reitzer, deputato dell’Alto Reno e sindaco di Altkirch, città gemellata con la patria friulana del prosciutto crudo.
Nella missiva a firma del capo di gabinetto inviata a Flavia Rizzatto Barbre attesta come Reitzer abbia «fatto arrivare al Presidente la lettera che voi gli avete destinato per esporgli il desiderio del Comune di San Daniele di ottenere la restituzione dei manoscritti trasferiti alla biblioteca Nazionale di Parigi nel 1797 per ordine di Napoleone Bonaparte». «Monsieur Nicolas Sarkozy – si legge ancora - mi ha affidato l’incarico di rispondere e di assicurarvi che si è preso nota della vostra richiesta. Dal canto mio ho provveduto a sottoporla all’attenzione del ministro della cultura e della comunicazione».
La risposta è il primo passo avanti compiuto dal Comune di San Daniele sul ratto dei codici. Più volte, in oltre 200 anni, le amministrazioni che si sono succedute al governo della città hanno tentato di riportare indietro il tesoro librario, ma senza successo. La prima volta risale all’indomani del congresso di Vienna, nel 1816, l’ultima agli anni ’80.
Questa potrebbe essere la volta buona. Flavia Rizzatto, con una lettera in marilenghe ad accompagnare la versione francese e l’assist del sindaco di Altkirch, amico personale di “Sarkò”, un passo avanti l’ha compiuto, ma ci sarà da lavorare ancora per concretizzare il sogno che da anni cullano i sandanielesi: riavere in Guarneriana i dieci codici miniati e l’incunabolo che l’allora bibliotecario Coluta con grande astuzia cedette ai francesi, non prima però d’essersi fatto firmare una regolare ricevuta di prestito, che a 200 anni di distanza potrebbe essere decisiva per riavere indietro i codici.
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