Club alcolisti sfrattato va a San Domenico e si appella al vescovo

Il gruppo accolto in parrocchia: «Ma non è la stessa cosa» «Monsignor Mazzocato ci riporti alla Casa dell’Immacolata»
Udine 11 Agosto 2018 la chiesa san domenico Agenzia Petrussi foto Massimo Turco
Udine 11 Agosto 2018 la chiesa san domenico Agenzia Petrussi foto Massimo Turco



Il club degli alcolisti anonimi cambia sede e si trasferisce in una delle aule della parrocchia di San Domenico. Da qualche settimana gli incontri del gruppo, che prima si tenevano alla Casa dell’Immacolata, hanno trovato ospitalità nei locali a disposizione della chiesa del quartiere, dove don Franco ha accolto il circolo. Nel frattempo, prosegue la raccolta firme avviata dai familiari degli alcolisti anonimi e dal servitore insegnante Diego Cinello, nella speranza che il nuovo direttivo ci ripensi e riaccolga il club all’interno della struttura fondata da don Emilio, ed è nata la pagina Facebook “Casa dell’Immacolata R–esiste”.

Un mese fa era circolata la notizia dello sfratto del gruppo da via Chisimaio, a seguito della decisione da parte del nuovo presidente della Casa dell’Immacolata, Paolo Molinari, di scindere le due realtà: la Casa, fondata da don de Roja per accogliere gli “ultimi”, e il club, nato sempre per volontà di don Emilio, ma che deve oggi seguire una propria strada in autonomia. Ma nonostante le richieste avanzate dai familiari e dalle persone che frequentano le sedute, il club degli alcolisti anonimi, dopo oltre trent’anni, ha dovuto trovarsi un’altra sede.

«Alla fine siamo stati cacciati e abbiamo trovato ospitalità da don Franco, in una delle sale della parrocchia - spiega Elisa Sartori, familiare di una persona che frequenta il gruppo -: anche se noi speriamo di ritornare alla Casa, siamo consapevoli che le possibilità sono poche, ma continuiamo a raccogliere fino al 31 agosto le firme, che hanno già superato quota 250». Per i familiari e gli utenti del club - che di solito conta 25 persone ma arriva anche a 40 partecipanti - il fatto di non riunirsi più nella stessa sede rappresenta una difficoltà: «Le attenzioni sono fondamentali per le persone che affrontano un percorso per uscire dall’alcolismo e la Casa le ha sempre assicurate», aggiunge Sartori.

Preoccupato anche Cinello: «Così com’è ora il club non so quanto potrà durare, in parrocchia possiamo rimanere, ma non è la stessa cosa. Le persone che hanno sempre frequentato il club alla Casa hanno problemi gravi - sottolinea - o si sarebbero rivolti ad altre realtà e proprio per com’era stato concepito, con la presenza degli operatori, funzionava. Speriamo che il vescovo ci ripensi, ma so che sarà dura». —



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