Clima, il futuro del Friuli sarà sempre più caldo

Dal 1961 al 2016 in pianura temperatura in salita di 0,3 gradi ogni decennio. L’Arpa: i giorni con oltre i 30º sono saliti da 30 a 50 negli ultimi cinque anni. Senza lo stop alle emissioni farà più caldo di 5-6 gradi

UDINE. In Friuli Venezia Giulia, dal 1961 al 2016, la crescita della temperatura media in pianura è stata pari a quasi 0,3 gradi ogni decennio. E se l’emissione di gas climalteranti in atmosfera proseguirà senza riduzioni, in regione potremmo aspettarci un aumento sino a fine secolo di 5º in inverno e fino a 6º in estate.

È lo scenario tratteggiato a Udine durante il convegno “Cambiamenti climatici in Friuli Venezia Giulia: impatto sul sistema economico e sociale del territorio”, promosso a palazzo di Toppo Wassermann e organizzato dal Consiglio regionale Unipol, nell’ambito della Festival dello Sviluppo Sostenibile firmato da Asvis, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile.

L’incremento delle temperature è divenuto particolarmente marcato negli ultimi anni, come ha evidenziato lo Studio conoscitivo dei cambiamenti climatici e di alcuni loro impatti in Fvg, pubblicato a marzo 2018 e condotto da Arpa Fvg in collaborazione con la Regione, che lo aveva commissionato nel 2016, assieme alle Università di Udine e Trieste, oltre a enti quali Ictp, Ogs e Cnr-Ismar.

Nell’indagine, si vede come da un’analisi delle temperature medie annuali il 2014 sia stato l’anno più caldo per Pordenonese, Codroipese e Bassa, mentre per l’alta montagna è stato il 2015; 2014 e 2018 sono stati, invece, i più roventi per Udine, Enemonzo e Gradisca d’Isonzo, mentre l’anno scorso ha rappresentato il picco di temperatura media per Cividale, Gorizia, Tarvisio, Tolmezzo e Trieste. Dai monti al mare, passando per la pianura, il riscaldamento ha toccato tutte le zone.

Secondo quanto ha riferito Federica Flapp di Arpa-Osmer Fvg, rispetto alla temperatura media annua di 12,6° in pianura che era la norma nel trentennio di riferimento 1961-1990, negli anni recenti si sono raggiunti valori ben superiori, con il picco di 14,6° del 2014; l’estate mostra il tasso di incremento maggiore, con un +0,4° per decennio.

L’ultimo ventennio, inoltre, è risultato il più caldo della serie storica 1961-2016 in ogni stagione dell’anno. Il numero dei giorni molto caldi (con temperature oltre i 30°) è passato dai 30 degli anni ’90 ai quasi 50 nell’ultimo quinquennio.

Anche il numero delle “notti tropicali”, con minime oltre i 20°, è aumentato: nella pianura friulana si è passati dalle 5 circa degli anni ’90 alle quasi 15 degli ultimi anni. Per contro, in inverno sono diminuiti i giorni di gelo con minime sotto lo zero: la media quinquennale nelle stazioni di pianura è rimasta costante dal 1991 al 2005 con valori intorno ai 60 giorni, per scendere a poco più di 40 negli ultimi anni.

Più variabili, da un anno all’altro, i mutamenti nelle precipitazioni. Cosa succederà in futuro? Secondo quanto ha detto Flapp, utilizzando le proiezioni per il XXI secolo elaborate da Ictp, se non si ridurranno le emissioni di gas climalteranti, oltre all’incremento delle temperature estive e invernali aumenteranno di molto i giorni caldi (a Gorizia, Pordenone e Udine da 20-30 nel periodo 1976-1985 a 90-100 a fine secolo) e il numero di notti calde, mentre diminuiranno in generale i giorni di gelo.

Se, invece, le emissioni venissero di molto ridotte, in attuazione all’Accordo di Parigi, riscaldamento e cambiamento di precipitazioni sarebbero parecchio diminuiti contenendo l’aumento di temperatura entro i 2 gradi circa rispetto ai valori preindustriali e mantenendo le precipitazioni su valori simili a quelli attuali.

 

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