Claut vede i ministri di Assad «Con un film aiuterò i siriani»

«Sono tornato ieri dal mio quinto viaggio in Siria e ho incontrato in tutto 6 ministri di Assad. Avrei dovuto incontrare di nuovo anche il presidente, a breve, ma stavolta non c’è stato il tempo. Ho...
«Sono tornato ieri dal mio quinto viaggio in Siria e ho incontrato in tutto 6 ministri di Assad. Avrei dovuto incontrare di nuovo anche il presidente, a breve, ma stavolta non c’è stato il tempo. Ho potuto constatare quanto poco si sa, in Occidente, della reale situazione siriana. Vorrei dare il mio contributo a far conoscere questa terra straordinaria nell’auspicio che si possa arrivare alla pace». La premessa è dell’avvocato pordenonese Vitto Claut, personaggio eclettico che ha già fatto parlare di sé anche per iniziative originali e dal taglio pionieristico (primo italiano ad aver firmato un contratto per essere ibernato).

Nei giorni scorsi Claut è stata protagonista di un viaggio in Siria, il quinto negli ultimi anni. Una terra martoriata dalla guerra nella quale l’avvocato, specialista nella contrattualistica internazionale, è stato condotto dai propri impegni professionali. Ma poi, il rapporto con la Siria è diventato qualcosa di più profondo, un’attrazione particolare per i luoghi e per la gente di un Paese unico. «La Siria è stata una culla della civiltà – ricorda Claut, che ieri ha raccontato la sua esperienza davanti alle telecamere di TelePordenone in una lunga chiacchierata con il direttore Gigi Di Meo –. Il regista Marco Messina, vuol realizzare un film per far conoscere la Siria in Occidente raccontando la storia d’amore tra due giovani di fazioni opposte. Io sto cercando di aiutarlo occupandomi delle questioni pratiche e autorizzative. Abbiamo chiesto anche le autorizzazioni dai servizi segreti russi per andare in zona di guerra a fare delle riprese».

«Le persone, vivono con la speranza che l’embargo finisca – spiega l’avvocato pordenonese, che è stato anche ospite in studio del telegiornale della Tv di Stato siriana –. Le responsabilità dell’Occidente sono tante, e la guerra è stata chiaramente scatenata per ragioni economiche. In Europa ci danno solo una versione unilaterale, attribuiscono la colpa ad Assad, dipingendolo come un delinquente, e a Putin. Intanto la verità è che la gente comune muore. Nel 2012 ho incontrato il presidente, durante una visita in Siria con i Cavalieri di Malta, di cui faccio parte. Gli ho chiesto quando pensava che la guerra sarebbe finita e lui rispose che sperava terminasse il prima possibile». «Serve un passo indietro da parte di tutti – osserva Claut –, a cominciare dal Qatar, alleato degli Stati Uniti, che deve rinunciare al sogno di prendersi il Mediterraneo per sfruttare il gas. Speriamo che con questo film si riesca almeno a far conoscere il popolo siriano. Gente straordinaria, che ha sempre avuto un elevato tasso di scolarizzazione. E una delle tragedie attuali è proprio il fatto che a causa della guerra, i bambini non possono più andare a scuola».

©RIPRODUZIONE RISERVATA


Riproduzione riservata © Messaggero Veneto