Civibank, l'assemblea dei soci: Michela Del Piero si prende la rivincita e resta al timone

UDINE. Autonoma, indipendente, solida e in crescita. Un futuro declinato per obiettivi quello per Civibank dal Cda presieduto da Michela Del Piero, che ha convinto la maggioranza dei soci che hanno detto “sì” a bilancio, relazione economica, proposta di aumento di capitale, conferma del consiglio di amministrazione - con ingresso di nuovi componenti - e piano di sviluppo.
«Non è un libro dei sogni - ha ribadito Del Piero - ma un quaderno di impegni che punta a innovare il domani partendo da oggi». È stata la presidente ad aprire i lavori all’affollato Centro di San Francesco a Cividale del Friuli che ha ospitato l’assemblea annuale di bilancio, con una parte straordinaria riservata alla modifica allo statuto (per assegnare la delega al Cda ad una operazione di aumento di capitale fino a 65 milioni di euro attraverso l’emissione di nuove azioni ordinarie al valore di quotazione sul mercato secondario di 7,2 euro e assegnazione di warrant agli attuali soci) alla quale hanno partecipato oltre un migliaio di azionisti con deleghe per poco meno di 2.500 voti.
Il piano strategico ha occupato la prima parte dell’intervento di Del Piero, integrato con i numeri riportati dal direttore generale Federico Fabbro. L’obiettivo di Civibank è quello di restare «banca del territorio» e «autonoma». Nessuna aggregazione all’orizzonte, ma pianificazione di una crescita, anche territoriale, che guarda con attenzione al Veneto dove è ancora tangibile il vuoto lasciato dalle ex popolari venete. «Dopo dodici anni - ha rimarcato Del Piero - oggi ci accingiamo ad una operazione di aumento di capitale finalizzato a proiettarci in avanti con un business plan orientato alla crescita».
Che punta, come detto, al Veneto, con l’apertura di nuove filiali (dopo Oderzo e Castelfranco Veneto saranno Padova e Vicenza le prossime mete), ma anche a Trieste, per cogliere meglio le opportunità del porto franco, un orientamento più marcato verso la bancassicurazione e la gestione del risparmio, verso i servizi, ma senza rinunciare al credito. Tra gli obiettivi anche una razionalizzazione della struttura distributiva (oggi Civibank conta 64 filiali in 7 province del Nordest), una forte attenzione ai costi, un rafforzamento del capitale per raggiungere un Cet1 ratio al 14,5%, una riduzione dell’incidenza dei crediti deteriorati, l’aumento degli impieghi verso clientela, non dimenticando la remunerazione degli azionisti e ritorno al dividendo con il bilancio 2021. Per l’esercizio 2018 l’utile di poco più di 2 milioni di euro (4,1 milioni il risultato di esercizio al lordo delle imposte) è stato accantonato a riserva.
I conti dello scorso anno hanno chiuso, come detto, in positivo anche per quel che riguarda l’attività, con 2,57 miliardi di raccolta diretta e 1,02 di raccolta indiretta, 2,67 miliardi i crediti alla clientela, 100,9 milioni di proventi operativi netti, un risultato della gestione operativa che sfiora i 40 milioni, e copertura dei crediti in sofferenza al 65%. Accantonati anche 4,8 milioni finalizzati all’agevolare le uscite volontarie dal lavoro e il ricambio occupazionale. Tanti gli interventi in sede di dibattito sui punti all’ordine del giorno, quello relativo alla modifica statutaria è stato senz’altro tra i più “caldi” con una nutrita pattuglia di soci di minoranza che hanno chiesto la parola per ribadire il “no” alla delega «in bianco» per l’aumento di capitale; c’è chi ha rimarcato il valore in flessione delle azioni; diversi i soci che, viceversa, hanno espresso condivisione del piano del Cda. Alla conta, ha vinto la linea della presidente Del Piero che ha ottenuto oltre 2 mila voti a favore, sono stati 440 i contrari e 38 gli astenuti.
Voto favorevole a maggioranza anche per il bilancio (solo 148 i contrari), e per il rinnovo del consiglio di amministrazione. Cinque gli amministratori in scadenza, tra cui la presidente oltre ad Alessia Fugaro, Marco Leonardi, Franco Sala e Livio Semolič. Rieletti la Del Piero, Semolič e Sala, nuovi ingressi Alberto Agnoletto e Manuela Boschieri. Non ha ottenuto i voti necessari ad essere eletto Michele Picco, sostento dai consiglieri di minoranza, che quindi resta fuori dal Cda.
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