Civibank, azioni dimezzate e il fondo riacquisto è fermo

CIVIDALE. Tutti auspicavano, in primis i soci di Civibank, che la quotazione dei titoli nel mercato borsistico secondario Hi-Mtf rappresentasse la soluzione ad annosi problemi. Invece non è purtroppo stato così. A un anno esatto dal debutto a piazza Affari, il titolo dell’unica Popolare rimasta in regione si è quasi dimezzato. Nel luglio 2017 un’azione valeva 15 euro, ieri era quotata 7,80 euro.
È stata una discesa lenta ma progressiva, visto che a questi prezzi gli scambi sono davvero limitatissimi. Ancora oggi passano di mano poche decine di pacchetti al mese, per un controvalore massimo di alcune decine di migliaia di euro.
I vertici dell’istituto avevano provato a sbloccare una situazione che era diventata insostenibile: dal giugno 2016, fino all’ingresso in Hi-Mtf, non era stata venduta nemmeno un’azione, che all’epoca era quotata ancora 19 euro. Poi dal prezzo di partenza di 15 euro si è arrivati a quello attuale di 7,80, ma la discesa non sembra essersi arrestata.
Proprio per fronteggiare le situazioni più pressanti di richiesta di liquidità da parte dei soci, l’assemblea di Civibank, alla fine di aprile, aveva approvato su richiesta del Cda, l’istituzione di un fondo di riacquisto azioni, con una dotazione finanziaria consistente, di circa 2 milioni di euro. Ma l’operatività di questo strumento è ancora congelata.
Da poco è arrivato l’atteso via libera di Bankitalia, ora con un pool di banche aderenti al borsino dove i titoli sono quotati, Civibank sta esaminando le modalità per la corretta e trasparente funzionalità del fondo in conformità con la vigente normativa in una materia particolarmente complessa e articolata. Un milione e 400 mila euro saranno destinati al riacquisto di azioni come pegno per crediti anomali (deteriorati o andati in sofferenza), gli altri 600 mila euro per le vere e proprie emergenze finanziarie dei piccoli risparmiatori.
La crisi sempre più complicata delle azioni mette in agitazione i soci di Civibank. Sono circa 16 mila i clienti che in passato hanno comperato azioni della Cividale. Più o meno lo stesso numero degli azionisti friulani delle due ex Popolari venete (BpVi e Veneto Banca) che hanno subito il crac perdendo tutti i loro averi. In genere si tratta di acquisto di “tagli” minimi, dal controvalore iniziale di alcune migliaia di euro, ma c’è anche chi ha fatto investimenti più consistenti. Fino a pochi anni fa i titoli di Civibank garantivano dividendi allettanti e per questo erano molto appetiti.
Poi la bufera economica ha cambiato le carte in tavola per tutto il sistema bancario e adesso ci si ritrova a fare i conti con le conseguenze di quanto avvenuto. Diversi azionisti di Civibank stanno bussando alle porte delle associazioni di tutela. In particolare Consumatori Attivi di Udine sta ricevendo segnalazioni e presto partirà con il primo Acf (Arbitrato per le controversie finanziarie) istituito alla Consob, riguardante proprio tali azioni.
«Il fondo di riacquisto - spiega la presidente di Consumatori Attivi l’avvocato Barbara Puschiasis - avrà effetti limitati perchè con 2 milioni di euro non si possono fare miracoli. Gli utili della banca poi sono risicati e la piattaforma borsistica Hi-Mtf non ha sortito gli effetti sperati. È una situazione ancora fluida e incerta».
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