Cinghiale morto nel bosco, si sospetta l'avvelenamento

MEDUNO. Sospetto avvelenamento: potrebbe essere questa la causa del decesso di un cinghiale di circa 80 chili, trovato senza vita nei boschi di borgo San Martino, a Meduno. L’animale è risultato positivo al test della salmonellosi, ma, stando alle ipotesi, la morte non sarebbe da imputare a questa malattia, che negli ultimi due anni ha decimato tale specie sul territorio provinciale.
Secondo gli esperti, infatti, in un animale affetto da salmonellosi la morte sopraggiunge nell’ultimo stadio dell’infezione. Ma il cinghiale in questione si presentava - apparentemente - sano: non era né magro né provato, né aveva macchie color amaranto sul petto. Aveva solamente della schiuma intorno al naso. Da qui l’ipotesi che non sia morto per salmonellosi.
A effettuare la scoperta sono stati alcuni cacciatori della riserva di caccia di Meduno, che hanno segnalato il ritrovamento al direttore Walter Saita, il quale ha anche esposto in paese un avviso per informare la popolazione dell’accaduto. La riserva ha contattato il Centro di recupero e riabilitazione della fauna selvatica per la provincia di Pordenone, ossia l’azienda Le due cicogne di San Martino al Tagliamento: il titolare Alessandro Botosso si è occupato della rimozione dell’animale.
Il direttore Saita ha informato del caso anche la Provincia. L’stituto zooprofilattico di Cordenons ha avviato una procedura di approfondimento per quanto riguarda l’ipotesi di avvelenamento: i risultati sono attesi entro un mese. «I campionamenti sono stati inviati a Padova – ha fatto sapere Saita –. In attesa degli esiti, chiediamo ai cittadini massima collaborazione nel caso in cui venissero effettuati nuovi ritrovamenti di animali selvatici morti». Soltanto tra un mese, quindi, le cause del decesso potranno essere chiare.
Quanto alla questione della salmonellosi, in provincia nell’ultimo biennio la malattia ha determinato un calo demografico dei cinghiali dell’80 per cento. Stando agli esperti, il morbo si sarebbe diffuso a causa dello spargimento di foraggiamento improprio. In poche parole, per attirare i cinghiali sarebbero state sparse sui terreni esche realizzate con cibi avariati.
La specie, comunque, come precisano i forestali, col tempo può diventare immune alla malattia. Le ultime segnalazioni di cinghiali morti per salmonellosi risalgono all’estate, quando una decina di capi deceduti era stata rinvenuta nell’arco di poche settimane nelle campagne tra i comuni Spilimbergo e Pinzano. Diversi ritrovamenti erano stati effettuati anche nella pedemontana avianese.
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