Cig per novanta barellieri, però arrivano i “rinforzi”

UDINE. I lavoratori sono in cassa integrazione, ma l’azienda chiama nuovo personale dal Veneto. Accade all’ospedale di Udine, dove la Dussmann service dal 22 settembre ha fatto ricorso alla cassa integrazione per i 90 portantini impegnati nell’appalto del trasporto sanitario interno. Una riduzione del 20% del monte ore, causata dell’esubero stimato di 21 persone. Ma nel medesimo periodo arrivano 15 persone da Vicenza per supportare il servizio.
I sindacati, in attesa dell’incontro con l’azienda di giovedì 16, non escludono nessuna azione. Mentre la Dussmann si difende con i numeri: le malattie sarebbero aumentate del 38% in concomitanza con l’attivazione della cassa. «La cassa integrazione per l’attività di trasporto interno e barellaggio dell’ospedale di Udine è scattata il 22 settembre attraverso una serie di accordi sia in fase sindacale che amministrativa – spiega Michela Martin della Filcams Cgil –. Ma la Dussmann, a fronte della cassa integrazione e della conseguente riduzione oraria per i dipendenti, si affida a operatori esterni. Pratica che prosegue da due settimane».
Cgil e Cisl hanno mandato la scorsa settimana una segnalazione unitaria all’azienda sanitaria, a Regione, Provincia e alla direzione del Santa Maria della Misericordia, «ma non abbiamo ancora ricevuto risposta». Si dicono «allibiti» e «sgomenti» i sindacalisti. «Non escludiamo anche eventuali azioni di mobilitazione», aggiunge Martin.
«È stato dichiarato un esubero di 21 persone – continua –, per tutti i dipendenti è arrivata una contrazione oraria giornaliera con lo scopo di gestire e ridurre al minimo le uscite dal servizio. Abbiamo accettato la cassa integrazione perché la situazione è in evoluzione, dovevamo gestire servizi che sono stati variati, ma questo non sta avvenendo perché la Dussmann ha fatto ricorso a personale esterno». La ditta si trincera dietro l’alto tasso di assenteismo. Balzato al 38% dopo l’attivazione della cassa integrazione. «A noi risultano 36 assenti, in parte in ferie e in parte in malattia – precisa Athos Di Stefano della Fisascat Cisl –. Ma questo non giustifica il richiamo di altro personale Dussmann impegnato in contemporanea sull’appalto».
L’incontro fra organizzazioni sindacali e Dussmann è in calendario la prossima settimana. Intanto la società precisa che «da quando è stato dato inizio alla cassa integrazione si è registrata una impennata del tasso di malattia fino al 38%. Dussmann ha richiesto al personale in cassa integrazione di rientrare in servizio, ma soltanto due collaboratori hanno risposto all’appello – sottolineano –. Siamo sensibili alla peculiarità dell’ambiente ospedaliero e alle gravi ripercussioni che un eventuale disservizio potrebbe causare ai pazienti, pertanto abbiamo deciso di utilizzare altri collaboratori, già impegnati in altri appalti sul territorio così da garantire al meglio il servizio che ci è stato affidato tramite appalto.
I 15 dipendenti impiegati a Udine fanno già parte del personale Dussmann e nessuna selezione e tantomeno nessuna nuova assunzione è stata effettuata».
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