Ci sarà il vincolo delle Soprintendenza per i monumenti del cimitero di San Vito

La conferma è arrivata dall’assessore Fabrizio Cigolot, ieri, durante la passeggiata organizzata dal Messaggero Veneto 
Udine 16 Marzo 2019. Genius Loci Cimitero Monumentale. © Foto Petrussi
Udine 16 Marzo 2019. Genius Loci Cimitero Monumentale. © Foto Petrussi



Da quella di Dante Cavazzini a quella di Bonaldo Stringher, passando per Luciano Veritti e la famiglia Romanelli. Non semplici tombe, ma monumenti che raccontano vite e storie di questa città.

Una settantina di persone, ieri, nel cimitero monumentale di San Vito ha partecipato al Genius loci cimiteriale, il tour tra le tombe organizzato per la comunità del Messaggero Veneto nata per approfondire le “passeggiate” descritte da Elena Commessatti nel suo libro “Udine genius loci”. Grazie all’autrice e con le preziose conoscenze dell’architetto Massimo Bortolotti, autore di saggi dedicati all’architettura monumentale, i lettori hanno potuto scoprire gli intrecci tra le committenze e gli architetti, oltre che la grandezza storica della città dei morti, in particolare di quello che è uno dei primi cimiteri d’Italia, progettato nel 1818 dall’architetto Valentino Presani.

«Mi hanno sempre affascinato i cimiteri: sono curiosa di capire la storia delle tombe e come sono nati questi monumenti – racconta una donna di Martignacco, accompagnata dalla figlia –. Le spiegazioni dell’architetto sono davvero interessanti». La puntata dedicata ai sepolcri d’architetto e al Novecento è cominciata dall’ingresso di viale Firenze. Dalla parte centrale, quello che era un prato, poi ricoperto di tombe dal 1920, l’itinerario è proseguito alla scoperta delle tombe progettate da Angelo Masieri e Carlo Scarpa, per committenti importanti come Luciano Veritti e la famiglia Romanelli (con la porta d’accesso della tomba fatta in ferro e acciaio, disegnata da Lucio Fontana, venduta dalla famiglia a un collezionista americano). Il gruppo si è quindi fermato davanti alla tomba – fatta di vetro e marmo bardiglio – di Dante Cavazzini, che aveva individuato come collaboratore l’architetto razionalista Ermes Midena.

Interessati, attenti, curiosi: i lettori si sono fatti trasportare nella storia. E proprio per dar voce alla storia, a sorpresa, si è presentato all’appuntamento anche Alberto di Robilant, bisnipote di Bonaldo Stringher. Davanti alla tomba, realizzata dall’architetto più influente del regime, Marcello Piacentini, il parente del primo governatore della Banca d’Italia ha snocciolato curiosità e aneddoti, da vero “conservatore memorie di famiglia”.

Non è voluto mancare all’appuntamento l’assessore alla Cultura, Fabrizio Cigolot. «A ottobre io e il sindaco abbiamo visitato il cimitero – afferma – e abbiamo ragionato su una proposta alla Soprintendenza di vincolare quest’area di straordinaria importanza. Con quale obiettivo? Lavorare sulla manutenzione e sulla promozione di un patrimonio della città». Ma c’è altro. «Contiamo, al più presto, di avere una guida del cimitero, anche grazie a Commesatti – conclude –. Inoltre vorremmo creare uno spazio dove depositare e custodire oggetti ornamentali delle tombe di pregio presenti, che altrimenti andrebbero dispersi». —



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