Chiusi i pub, «diventiamo un dormitorio»

Chiusi“Le Bistrot” e “Pixie”, via Cappuccini è rimasta senza giovani. Fra tigli coi giorni contati, lavori in vista e malinconia
Un quartiere per vecchi. Questo sta diventando via Cappuccini, a voler richiamare la nota pellicola dei fratelli Cohen. Tanti i nuclei che lo compongono e che vengono tagliati, a metà, da questa strada di grande passaggio ma senz’anima: una direttrice per raggiungere il centro di Pordenone, non più la destinazione di un percorso.


E la chiusura degli unici due punti di riferimento per una clientela più giovane, “Le Bistrot” ormai tre anni fa e il “Pixie” lo scorso aprile, hanno inferto un’ulteriore mazzata alla vitalità del rione. Il quale deve fare i conti anche con gli imminenti lavori per la realizzazione dei servizi sotterranei e l’abbattimento dei tigli per realizzarvi la pista ciclabile e mettere in sicurezza gli utenti deboli della strada, pedoni e ciclisti.


Addio ai pub.
Era il 2014 quando la storica birreria delle Quattro Strade ha chiuso i battenti. Ora del famoso pub è rimasta l’insegna. Per il resto è un contenitore vuoto. Impossibile considerare l’ipotesi di riaprire un locale in quell’immobile ormai fatiscente. Resta da sistemare una questione di acquisizione del terreno retrostante, una vasta area verde incolta: una volta annessa anche questa porzione alla proprietà dello stabile, la zona diverrà appetibile per ditte di costruzione. A gestire la compravendita è l’agenzia d’affari di Mario Da Ros, il cui numero di telefono è affisso sulla ringhiera da cantiere che delimita la zona. «Si tratta di un’area molto vasta – ha spiegato Da Ros – che corrisponde a quattromila metri quadrati e che si presta a diverse opzioni». Verosimilmente, il futuro sarà quello di una zona residenziale piuttosto consistente. A breve distanza, da un paio di mesi, ha chiuso il “Pixie”. All’interno è ancora tutto allestito, pronto a essere preso in mano da un altro esercente. Ma nessuno si è ancora fatto avanti per rilevare l’attività. Attaccato al pub sorge l’edicola “Intermezzo” di Walter De Lorenzi. «Più di qualcuno si è detto rammaricato per la chiusura del “Pixie” – ci ha detto –. Era rimasto l’ultimo baluardo di attrattività per i giovani o per chi voleva trascorrere una serata in questo quartiere».


Una strada difficile.
Partendo dalla zona dell’ormai ex “Pixie” e scendendo verso via Pola e il sottopasso ferroviario, la parte sinistra di via Cappuccini è caratterizzata da una fila di alberi. I famosi tigli il cui abbattimento è ormai un dato di fatto e per i quali si sono susseguite numerose battaglie per il loro mantenimento. «Dispiace che debbano essere tagliati – è il pensiero dell’edicolante – ma sono pericolosi, le foglie impediscono un’adeguata illuminazione della strada».


A due passi dal sottopasso ferroviario, Vanna Pignattin, che gestisce un’edicola-cartoleria, teme che i lavori stradali compromettano la percorribilità di via Cappuccini.


«Se chiudono la strada, per giungere in via Pola e da lì prendere tutte le direzioni per Pordenone sarà necessario fare il giro di mezza città – ha affermato –. E sarà un disagio anche per chi arriva da Porcia. L’alternativa sarebbe il già congestionato viale Grigoletti che, in questo modo, sarà ancora di più trafficato. Sono d’accordo con la sistemazione dei marciapiedi, ma chiudere la strada sarà un disagio». Poi scende la sera su un quartiere che attende riscatto.


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