Chiumiento svela foto di altri Ufo

Emergono da immagini scattate in Pedemontana pordenonese. La testimonianza di Basso.

PORDENONE. Pedemontana terra di santi, imprenditori e Ufo: incontri del terzo tipo, avvistamenti e foto ai confini della realtà tutti pubblicati dall’ufologo Antonio Chiumiento con l’Editoriale programma in “Apri gli occhi”. La novità che dà la scossa è il fatto che a occhio nudo gli Ufo non si vedono, ma le foto sgranate dei cieli della Pedemontana sono pieni di dischi volanti e di nuvole.

Un dossier di 79 casi – la flotta della Base Usaf non c’entra – che hanno affollato come un magnete la libreria del Centro, ieri a Pordenone. Pubblico giovane e Chiumiento mattatore di una scuderia di “cacciatori” di Ufo, pronti a raccontare le cronache marziane atterrate nel pordenonese, come piacerebbe a Dick e Asimov. «Non sono balle spaziali – ha chiarito -. Da 35 anni mi interesso di Ufo anche se non mi è mai capitato di avvistare un oggetto volante non identificato. Un peccato». Non è mai troppo tardi per aprire gli occhi: i fotogrammi delle video-camere rivelano l’invisibile.

«Facciamo un reportage naturalistico nei cieli di Budoia, Aviano, Piancavallo e quando scarichiamo le foto ci troviamo davanti l’imprevisto: un disco volante nelle nuvole – hanno proiettato le immagini-choc i fedelissimi dell’ufologo Luca Bortali e Daniele Longo con Ofelia Stradelle -. Che dire? Non è l’aereo invisibile e non sono jet». Non c’è trucco, non c’è inganno. «Ho raccolto mille 500 casi – ha squadernato la passione di una vita Chiumiento -. Credo e non per fede, che nel contesto umano ci sia qualcosa e qualcuno che arriva da un altrove». Ci crede anche Giuseppe Basso che di alieni ne ha incontrati tre e tiene d’occhio gli Ufo che saettano sulle cime del Sauc e ronzano nell’etere di Mezzomonte quando le stelle sono alte nel cielo. La svolta nella vita dell’artigiano appassionato di F2 e con il brevetto di pilota d’aereo? «Fine luglio 2006: tornavo dal mare e sulla Portogruaro-Pordenone a mezzanotte mi sono visto a 80 metri dal cofano della macchina che andava su di giri, tre alieni – ha raccontato trascinando la platea di filo-ufologi, scettici e curiosi nel testa a coda di emozioni -. Brutti e con lo scafandro, non più alti di un metro e 20».

Presi in contropiede da Basso, gli extraterrestri se la sono data a gambe a passo di canguro verso l’astronave. «Ma non mi arrendo – è deciso l’ufologo apprendista –. Nel cielo di Mezzomonte avvisto da mesi oggetti volanti». (c.b.)

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