Chiudono le profumerie Douglas, l'amarezza di una commessa: "Mandata via, senza spiegazioni, dopo 34 anni di lavoro"

TRIESTE «Trentaquattro anni di lavoro: prima per la Cosulich, dopo per la Limoni, poi per la Douglas e oggi, senza una spiegazione, mi danno il benservito». Ornella Crisnich, 56 anni, ha speso una vita vendendo profumi, creme e rossetti, crescendo professionalmente in quel progetto passato di mano in mano, azienda dopo azienda, fino ad arrivare alla situazione odierna.

«Lavoro qui da decenni – racconta la donna, che nell’esprimere il rammarico per la situazione parla anche in rappresentanza delle altre lavoratrici triestine – e ho visto nascere e svilupparsi l’impresa. Con le mie colleghe ci siamo rimboccate le maniche adattandoci a tutti i cambiamenti, sempre con fedeltà all’azienda, e trovo deplorevole la mancanza di rispetto dimostrataci ora da Douglas, non solo come lavoratrici ma anche come persone».

Le sei dipendenti oggi impiegate nel negozio all’interno delle “Torri” e che a breve verranno lasciate a casa non sono in età pensionabile, ma non sono più neppure così giovani da trovare facilmente un ’altra collocazione. «Ci sono madri che lavorano al mio fianco che ora vedono traballare i progetti familiari, che temono di non poter più garantire ai figli quanto speravano – testimonia Crisnich – e la cosa più triste è che da quando hanno comunicato la prossima chiusura dall’azienda non si fanno neppure più sentire come facevano abitualmente: attendiamo delle risposte che non si sono degnati per ora di darci».

La pandemia ha stravolto le aziende, il sistema di lavoro, le difficoltà si conoscono, «ma non pensavamo mai arrivassero a chiudere, non ce l’aspettavamo», riferisce ancora Ornella. «Siamo considerati oggetti e non persone», incalza: «Non siamo state prese in considerazione, e da parte dell’azienda c’è un silenzio imbarazzante».

I tagli fanno parte di una lenta dismissione, iniziata oramai anni fa, dei punti vendita che un tempo facevano parte dell’impero della Cosulich.

Nel 2000, quando la catena venne ceduta alla Limoni, contava 17 negozi dislocati in tutta la regione e godeva di ottima salute. Nell’estate 2016, però, due importanti chiusure avevano fatto suonare il campanello d’allarme. In un batter d’occhio, dopo la chiusura precedente nel 2014 del punto vendita a Montedoro, l’insegna Limoni era sparita dai grandi negozi di campo San Giacomo e via Conti. E a quel punto restavano quattro profumerie Limoni: in via Roma, in piazza della Borsa, alle “Torri” e in via Carducci. Nel 2017, a fronte di un debito finanziario nettoper 76,8 milioni di Limoni e per 39 milioni di Gardenia, Douglas rilevò le due catene. Pian piano, dai diversi negozi passati di mano, l’insegna Limoni viene sostituita con quella del nuovo gruppo. C’era speranza tra i lavoratori, ma nel luglio scorso, con la chiusura del punto vendita di via Roma, era suonato un nuovo campanello d’allarme. E a breve, come detto, purtroppo si spegneranno anche le luci della profumeria del gruppo all’interno del centro commerciale di via Svevo, e quelle di via Carducci e piazza della Borsa non si possono considerare a loro volta al sicuro.

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