Chiude Obi Reana, 22 dipendenti a casa: «caso inaccettabile»

A dicembre era stato inaugurato lo store di Tavagnacco. I sindacati: temevamo un simile epilogo, sono troppo vicini

TAVAGNACCO. Il nuovo negozio di Obi, sorto a margine della tangenziale Nord, in Comune di Tavagnacco, è stato inaugurato appena quattro mesi addietro. All’inizio di dicembre. Nelle intenzioni doveva rappresentare l’espansione degli affari della nota catena di bricolage, legati fino ad allora al solo punto vendita di Reana del Rojale, distante appena una manciata di chilometri. Si è invece trasformato nella condanna a morte di quest’ultimo. L’azienda ha infatti deciso di chiudere lo store affacciato sul viale Tricesimo e di licenziare i suoi 22 dipendenti per i quali ha già aperto una procedura di mobilità, comunicata martedì ai delegati Rsu.

Un fulmine a ciel sereno? Non proprio a sentire le organizzazioni sindacali che informalmente confessano d’aver sempre temuto un simile epilogo. I due negozi sono parsi da subito troppo vicini per resistere entrambi alla morsa della crisi economica e alla conseguente contrazione dei consumi, «eppure – afferma Andrea Sappa di Uiltucs Uil – l’azienda ci ha sempre confermato le due aperture». «In fase di start up – aggiunge Paolo Duriavig, segretario regionale di Fisascat Cisl – i vertici di Obi ci avevano assicurato che l’apertura a Tavagnacco non avrebbe comportato la chiusura del negozio di Reana».

Promesse oggi disattese, con le conseguenze occupazionali del caso. I 22 dipendenti in forze a Reana, alcuni dei quali lavorano nel negozio di bricolage anche da 15/20 anni, rischiano il posto di lavoro che invece al momento pare garantito per i lavoratori di Tavagnacco, assunti ex novo con contratti a tempo determinato. Una situazione che Duriavig definisce paradossale. «È inaccettabile – tuona il sindacalista – che per errate scelte aziendali i lavoratori si ritrovino di punto in bianco ad essere degli esuberi. Chiederemo con forza che almeno siano garantiti tutti i “vecchi” posti di lavoro, afferma ancora il cislino che assieme ai colleghi di Cgil e Uil incontrerà oggi i lavoratori del negozio di Reana». «Eventuali azioni di lotta le definiremo domani (oggi, ndr) a margine dell’assemblea», annuncia dal canto suo Francesco Buonopane, segretario di Filcams Cgil Udine. Nulla al momento è escluso, anche se l’ultima parola in fatto d’iniziative di protesta ce l’avranno i dipendenti che probabilmente si pronunceranno già oggi sull’ipotesi di proclamare lo stato di agitazione per sensibilizzare l’opinione pubblica e spingere l’azienda a riconsiderare la propria posizione.

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