Chiude i battenti il bar dedicato ai vip di Villa Ottoboni

Pordenone, non decolla il rilancio della struttura avviato a gennaio. Cenacolo della Prima Repubblica, resta solo l’hotel
foto missinato vedute bar ottoboni
foto missinato vedute bar ottoboni

PORDENONE. E’ durata solo pochi mesi la “rinascita” di Villa Ottoboni. Da metà estate, per la precisione dal mese di luglio, il bar è stato chiuso mentre il ristorante garantisce pranzo o cena esclusivamente agli ospiti dell’hotel.

Il piano di rilancio presentato solo a gennaio dalla proprietà, la Geturhotels, una società del Gruppo Zanchetta, lo stesso della catena di negozi di abbigliamento, non deve aver prodotto i risultati previsti, e così uno dei locali sicuramente più ricchi di storia, e che hanno assistito, silenti, a buona parte della storia, economia e politica, di questa provincia, ha di nuovo sperimentato la chiusura.

Villa Ottoboni, nella parte relativa al bar e ristorante, è stata ammodernata lo scorso anno. Gli interventi hanno riguardato sia la sala ristorante che il bar che si affaccia su via 30 Aprile, e il giardino. Ma l’obiettivo di restituire il locale alla città non è stato raggiunto. Eccessivi i costi di gestione del bar a fronte di una clientela non particolarmente numerosa, nè il ristorante è stato in grado di riproporsi o di attrarre nuovi clienti. Da qui la comunicazione, già formalizzata agli uffici comunali, di ridimensionare il servizio e di sospendere l’attività di somministrazione di bevande. Nessuna riduzione, invece, per quel che riguarda l’albergo che continua a svolgere la normale attività proponendo alla clientela che soggiorna in città il pernottamento con prima colazione ed eventualmente, su richiesta, la cena.

Villa Ottoboni è un edificio di grande pregio a Pordenone. Di proprietà dell’omonima famiglia, era l’apice di un enorme parco che arrivava fino alla zona nord della città. Il parco, come ricorda Giuseppe Ragogna nel libro “Pordenone, come eravamo” è stato progressivamente sacrificato per rendere possibile anche la costruzione degli enormi palazzoni che circondano, oggi, la villa, mentre l’edificio nel secondo dopoguerra venne acquisito dalla Curia che ne fece centro delle attività diocesane e della redazione del settimanale Il Popolo. Su Villa Ottoboni, quindi, posero gli occhi gli imprenditori Zanussi, Savio e Locatelli che, acquisita dalla Curia agli inizi degli anni Sessanta, la trasformarono in una struttura ricettiva. Con la ristrutturazione fu mantenuto solo il corpo centrale dell’edificio, destinato a ristorante, mentre l’albergo venne costruito al posto di una porzione di parco e dell’intera barchessa.

Negli anni Ottanta Electrolux decise di spogliarsi della proprietà, cedendola al gruppo Zanchetta. Meta privilegiata degli industriali, ai tempi della Prima Repubblica fu la sede di incontro del G7, il gruppo di politici e imprenditori che decidevano le sorti della provincia.

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