Chions, addio a Gina Pressacco: con il marito fondò la Rik-Fer

Il marito l’ha rinvenuta stesa a terra, priva di conoscenza, nella loro abitazione

CHIONS. Cordoglio a Chions e nel mondo imprenditoriale pordenonese: è morta Gina Pressacco, 83 anni, fondatrice, assieme al marito Antonio Ceolin, della Rik-Fer, storica azienda di via Villalta. Il marito l’ha rinvenuta stesa a terra, priva di conoscenza, nella loro abitazione.

Erano le 12.15 di giovedì, quando è rientrato a casa dall’azienda. Non si sa a che ora la signora Pressacco sia caduta: la causa all’origine del decesso è da accertare, ma si pensa possa essersi trattato di un ictus che non le ha lasciato scampo.

I familiari sono in attesa del nulla osta per fissare la data del funerale, che sarà celebrato a Chions.

Ieri, il sito web della Rik-Fer presentava il simbolo aziendale su sfondo nero, accompagnato dall’annuncio “Chiuso per lutto”. L’impresa, utilizzando ferro battuto, lamiera o acciaio inox, produce cancelli, scale, inferriate, ringhiere e altri manufatti.

Gina Pressacco l’aveva fondata col marito Antonio Ceolin nel 1968. Allora, entrambi avevano altri lavori: lei era impiegata alle Poste, dove ha prestato servizio per 20 anni, lui insegnava alle scuole elementari.

Alcuni anni dopo, con la quiescenza, entrambi hanno dedicato tutte le energie alla Rik-Fer. Inizialmente era una piccola impresa artigianale: «Nel 1978, quando ha iniziato a occuparsi dell’azienda a tempo pieno – ha ricordato il figlio Luca Ceolin, anch’egli nella società di via Villalta –, potevano contare su tre o quattro dipendenti».

Poi, la crescita costante: il picco di dipendenti nel 2008, ben 73. Attualmente, l’azienda dà lavoro a una quarantina di persone.

«Gina ha sempre dato un grande apporto nella gestione dei rapporti con le banche e nell’amministrazione – ha messo in luce il marito –, sin dai primi anni dopo la fondazione, quando i mezzi erano scarsi. La ditta è partita con un articolo, ora ne offre 13 mila e viene copiata in tutto il mondo. Era una donna intraprendente – ha aggiunto Antonio Ceolin –: ancora adesso si interessava all’azienda, tanto che sino a mercoledì era in officina a controllare i conti e i clienti all’estero». Tra le innumerevoli attestazioni di cordoglio, spicca quella di Confartigianato.

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