Chiesto il fallimento per Daneco Corsa al concordato preventivo
SAN GIORGIO DI NOGARO. Che Daneco Impianti spa navigasse in cattive acque si era capito da tempo. Ora, a certificare lo stato di crisi finanziaria della società che, fino al febbraio scorso, gestiva...
SAN GIORGIO DI NOGARO. Che Daneco Impianti spa navigasse in cattive acque si era capito da tempo. Ora, a certificare lo stato di crisi finanziaria della società che, fino al febbraio scorso, gestiva l’impianto di raccolta dei rifiuti di Net a San Giorgio di Nogaro, è la domanda di concordato preventivo presentata al tribunale di Roma (dove l’impresa ha sede legale). Un tentativo estremo per uscire dall’imbuto del fallimento che il collegio giudicante ha ritenuto di concederle, fissando nel prossimo 5 ottobre il termine ultimo per il deposito della proposta definitiva, comprensiva di piano e documentazione.
Due mesi per salvare l’azienda, quindi, e allontanare così lo spettro del fallimento - l’istanza e il relativo procedimento, tutt’ora pendente, sono partiti quest’anno -, a fronte di bilanci che, dal 2014 al 2016, hanno inesorabilmente allargato le crepe del dissesto e allungato l’elenco dei creditori. Nel concedere alla società la possibilità di tentare la carta del concordato preventivo, il tribunale fallimentare presieduto da Antonino La Malfa (a latere i giudici Lucia Odello e Luigi Argan, relatore) ha nominato Marco Costantini quale commissario giudiziale. Allo scadere del 31 luglio, del 31 agosto e del 30 settembre, inoltre, dovrà essere depositato in cancelleria il quadro finanziario aggiornato dell’impresa.
«A seguito delle inadempienze della Daneco – scriveva la Net con una nota dello scorso 1° marzo –, la società ha convocato d’urgenza il cda lunedì 27 febbraio, per la risoluzione del contratto con la ditta. Il giorno successivo, il blocco dell’attività dell’impianto ha spinto la Net a sollevare immediatamente la Daneco per garantire la continuazione del servizio, affidato alla ditta veneta Bioman». L’operazione si era risolta con il passaggio alla nuova società di 14 dei 17 dipendenti di Daneco (da due mesi senza stipendio). La scelta, salutata con favore da una parte dei sindacati, era stata invece bocciata dalla Fiadel, che non aveva condiviso il tipo di contratto applicato ai lavoratori. Del caso si era occupato anche il M5s, con il consigliere regionale Cristian Sergo.
Ed erano stati sempre i grillini e la Fiadel, lo scorso autunno, a puntare i fari sulla chiusura dell’impianto di conferimento rifiuti di via Gonars, a Udine, a sua volta di proprietà della Net e gestito da Daneco. «La società – aveva affermato Maurizio Contavalli (Fiadel) – ha deciso di investire 33 milioni di euro in una nuova struttura. Stupisce che la gara non abbia previsto alcuna garanzia occupazionale per i dipendenti».
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