Chiesa di Sant’Osvaldo, 90 anni in una mostra

UDINE. La chiesa di Sant’Osvaldo compie 90 anni. E, per festeggiarla, venerdì alle 19, nella cappella di via Basaldella, sarà inaugurata la mostra “1924/2014 da 90 anni l’eucarestia è al centro della nostra parrocchia”, per ripercorrere quasi un secolo di storia dalla costruzione dell’edificio, ma anche come spunto di riflessione su uno dei momenti più importanti per la comunità cristiana, ovvero l’eucarestia.
Una storia per immagini che si snoda lungo tutto il Novecento, attraverso le foto ricordo delle prime comunioni a partire dal 1913 fino a oggi. Il lavoro di reperimento delle immagini è durato mesi e oltre ad aver impegnato gli organizzatori della mostra, Massimo Turco, Ilaria ed Elisa Bertoli, piano piano ha coinvolto l’intera parrocchia di Sant’Osvaldo. A partire dagli archivi, sono stati rintracciati i bambini e sono state recuperate sia vecchie foto, grazie all’aiuto di alcune famiglie che le avevano conservate, sia altre più recenti, per arrivare a completare tutte le annate, con immagini anche singole nei casi in cui non si riusciva a trovare gli scatti di gruppo.
Oltre alla foto più antica, del 1913, la mostra, composta da sei pannelli e cento immagini, riserva altre “chicche”: in un viaggio dal bianco al nero ai colori, si nota come per molti anni maschi e femmine rimasero divisi nelle foto di gruppo e solo intorno alla fine degli anni Sessanta se ne comincia a vedere qualcuna che li ritrae tutti assieme. C’è poi uno scatto del 1963 in cui alcuni ragazzini, classe 1953, siedono in chiesa separati dai compagni: furono i cinque che ricevettero l’eucarestia in ritardo come punizione per aver avuto i genitori che aderivano all’allora partito comunista.
La mostra, al cui taglio del nastro presenzierà il sindaco Furio Honsell, sarà preceduta dalla messa delle 18.30, celebrata da don Luciano Nobile vicario foraneo. Oltre a ricordare l’anniversario della costruzione della chiesa, che risale al 1924 e prese il posto della precedente, distrutta in seguito all’esplosione del deposito di munizioni di Sant’Osvaldo che distrusse l’intero quartiere il 27 agosto del 1917, l’esposizione vuole porre un interrogativo: com’è cambiata la chiesa e com’è cambiato il modo di ricevere la prima comunione in questi novant'anni? Durante questo lungo periodo, in cui si sono succeduti don Valentino Tosolini, don Lidio Pegoraro, don Arrigo Zucchiatti, padre Bruno Roja, per arrivare a don Ezio Giaiotti, oggi alla guida della parrocchia, la comunità cristiana ha attraversato diversi ostacoli, il mondo si è rivoluzionato e la mostra mette in evidenza come anche la funzione dell’eucarestia abbia assunto un significato diverso.
«Ci chiediamo oggi - interviene don Giaiotti - se questo sacramento rappresenti ancora un momento importante per la formazione dei giovani, come avveniva un tempo, o se venga vissuto semplicemente come una tappa obbligatoria, spesso interpretata come una giornata di festa legata unicamente ad aspetti consumistici». Immagini, dunque, per suscitare ricordi e sensazioni legate all’infanzia, ma anche interrogativi per gli adulti, chiamati oggi a educare i figli nella società moderna e nella comunità cristiana. «Un tempo la prima comunione portava ad una partecipazione numerosa e rumorosa anche sopportata all’eucarestia domenicale, cresceva la capacità di comprendere e partecipare», segno di un pensiero che formava la persona, aggiunge il parroco, che conclude: «Oggi le cose sono un po’ cambiate: vedremo se la nostra domanda sarà raccolta».
La mostra rimarrà aperta al pubblico fino a fine settembre, mentre il 5 agosto a Sant’Osvaldo si festeggerà il Santo Patrono, con la messa delle 19 celebrata da Don Alessio Geretti e, per domenica prossima, è in programma un gemellaggio con Sauris di Sotto, che onora lo stesso Santo.
«La scelta di realizzare la mostra nella cappella – spiega infine Turco – non è una casualità, ma un gesto voluto per dimostrare che la fede e il perdono sono più grandi della profanazione avvenuta nei mesi scorsi quando sono state rubate le particole».
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