Che cosa significa prossimità? E i bambini devono indossare la mascherina? Ecco le dieci risposte alle domande più frequenti

Di fronte a normative nazionali e a ordinanze regionali, il rischio è che tra i cittadini si crei confusione su che cosa poter o non poter fare. Quando devo indossare i guanti? Fino a quando posso allontanarmi da casa? E i bambini devono indossare la mascherina? Ecco le 10 domande più frequenti a cui rispondiamo per fare chiarezza.
CORONAVIRUS, I DATI
- Cosa significa passeggiare in prossimità della propria abitazione?
«L’attività motoria potrà essere effettuata a una distanza massima dalla propria abitazione di 500 metri». Alla domanda, in assoluto, più gettonata risponde il prefetto di Trieste, Valerio Valenti, dopo aver analizzato la situazione con i rappresentanti regionali e i colleghi di Udine, Pordenone e Gorizia. I runner devono rassegnarsi e continuare a correre attorno ai condomini.
Lo stesso devono fare i proprietari dei cani: anche in questo caso la passeggiata necessaria per gli animali non può protrarsi oltre i 500 metri di distanza. Lo stesso vale per le mamme o i papà che accompagno i minori all’aria aperta: anche in questo caso la passeggiata è concessa ma fino a 500 metri da casa. Tra i molti quesiti che i cittadini continuano a porre al numero verde della Protezione civile non mancano le richieste di chiarimento sulle passeggiate con i figli minori. Su questo punto la Protezione civile ci tiene a chiarire che in quanto minori devono essere accompagnati da un genitore.
- In tutti i negozi devo entrare con i guanti?
No. Il loro utilizzo è limitato ai negozi di alimentari, ai mercati e ai supermercati, ovvero nei negozi dove i clienti maneggiano direttamente la merce. Va detto però che davanti a questi negozi o all’interno, prima di raggiungere l’area di vendita, ci sono sempre i carrelli con guanti trasparenti e gel igienizzante. E i clienti vengono invitati a usarli.
Negli altri negozi al dettaglio che possono restare aperti, vale a dire librerie, cartolibrerie, abbigliamento per bambini e neonati e lavanderie, è obbligatorio mettere a disposizione dei clienti guanti monouso e idonee soluzioni idroalcoliche per le mani. Soluzioni che devono essere usate anche se le persone arrivano da casa con i guanti in lattice. Gli esperti invitano a evitare di toccarsi il viso anche se si indossano i guanti. Questo perché le protezioni, a loro volta, possono trasformarsi in mezzi di trasmissione del virus visto che, troppo spesso, le persone con i guanti si sentono più sicure e si lasciano andare a comportamenti non molto corretti sul fronte della prevenzione.
- Ma è obbligatorio usare la mascherina nei negozi di alimentari?
La gente vuole saperlo soprattutto se non ha ancora a disposizione i dispositivi di protezione. «No. Nei negozi di alimentari è obbligatorio indossare guanti monouso e coprirsi il naso e la bocca». Gli operatori della Protezione civile lo ripetono ricordando che chi non ha a disposizione la mascherina può coprire naso e bocca con una sciarpa, un foulard o uno scaldacollo.
L’uso della mascherina è consigliato ma non indispensabile. Indossare i dispositivi di protezione individuale non è obbligatorio neppure sui mezzi pubblici anche se, come previsto per gli ingressi nei negozi di generi alimentari e nei mercati, le protezioni per naso e bocca (mascherina, foulard, sciarpa, copricollo) sono obbligatorie dallo scorso 8 aprile. Su tutti i mezzi di trasporto pubblico, insomma, non si sale a volto scoperto. Su bus, treni e pullman, invece, è consentito viaggiare senza guanti. È abbastanza probabile che queste misure di prevenzione restino in vigore anche nella cosiddetta fase 2, quella della ripartenza del Paese.
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- Anche i bambini devono uscire con la mascherina?
Le regole scritte dalla Regione per gli adulti valgono anche per i bambini. Questo in teoria perché in pratica, come ha detto ieri il governatore Massimiliano Fedriga, è chiaro che i piccolini, in certe circostanze, possono essere esentati. Dipende sempre dal buonsenso che anche nella gestione dell’emergenza non deve mancare mai.
Su questo aspetto l’ordinanza della Regione introduce qualche cautela in più rispetto al Dpcm del Governo: in Friuli Venezia Giulia, infatti, è sempre obbligatorio l’utilizzo di una mascherina o di una protezione a copertura di naso e bocca. Va indossata tutte le volte che si esce dalla propria abitazione, mentre la distanza interpersonale minima da osservare è confermata a un metro. In automobile, invece, la mascherina non è necessaria se si viaggia da soli o in presenza di persone conviventi. Solo se si tratta di un mezzo aziendale le regole possono cambiare proprio perché vengono dettate dai datori di lavoro. Su questo il confronto è in corso.
- Posso curare l'orto?
La primavera è arrivata e i friulani sono preoccupati di non poter fare l’orto nei tempi giusti. Ma chi ha scritto l’ordinanza ha considerato anche questo aspetto: «Le attività di giardinaggio e coltivazione a orto rientrano nella manutenzione del verde privato e dunque sono consentite». L’orto si può fare, quindi, purché l’appezzamento di terreno sia nel comune di residenza.
Se si trova altrove diventa problematico curarlo visto che gli spostamenti all’infuori del territorio comunale sono ammessi solo per esigenze lavorative o di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute. A questo punto possiamo dire che se l’orto è fuori comune, il riassetto va rinviato. A chi invece si dedica al giardinaggio e all’orticoltura, raccomandiamo di portare al seguito la mascherina.
Il motivo è presto detto: il dispositivo va indossato solo se nello svolgimento di queste attività si può venire a contatto con altre persone. «L’uso della mascherina è prescritto – chiarisce la Protezione civile – solo se durante le attività si può venire a contatto con altre persone». Fin che si lavora in solitaria e all’aria non è necessaria.
- Posso andare in discarica?
Se vi venisse in mente di approfittare della quarantena per liberare dalle cose che non si usano più la cantina, sappiate che non potete trasportare i rifiuti ingombranti in discarica. Non è una buona motivazione per consentire lo spostamento: l’ordinanza della Regione e il Dpcm del Governo non lo ritengono un motivi di necessità. Va inoltre sottolineato che, in linea con le direttive di contrasto a Covid-19, molti Centri di raccolta hanno limitato l’attività ai conferimenti delle aziende.
Rimane tuttavia operativo il servizio domiciliare su prenotazione che prevede, a esempio, il ritiro dei rifiuti ingombranti e la raccolta del verde. Tutti i rifiuti prodotti, salvo eccezioni di carattere igienico-sanitarie, vanno quindi conservati in casa fino al loro ritiro. Anche in presenza di motivi igienico-sanitari, prima di muoversi, va valutata la disponibilità del servizio di raccolta a domicilio. Nel peggiore dei casi si consiglia di contattare il gestore della raccolta dei rifiuti urbani per sapere se il centro di raccolta è aperto e, in caso affermativo, per conoscere le modalità di accesso.
- Cosa fare al rientro dall'Estero?
Lavoratori stagionali, studenti, persone bloccate negli altri Paesi europei o oltreoceano. Sono molte le persone che devono rientrare in Italia e non sanno come comportarsi. «Scusi, al rientro da Londra mio figlio deve restare in quarantena?». Questa è solo una delle tante domande che i parenti pongono agli operatori della Protezione civile fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria. La risposta è una sola: «Chiunque rientri dall’estero deve sottoporsi a quarantena».
A prescindere se si tratta di lavoratori, studenti Erasmus o turisti, la quarantena vale per tutti. Chi torna da un paese straniero nei 14 giorni successivi deve restare a casa. In molti casi, il personale della Protezione civile aiuta anche le coppie a ricongiungersi se uno dei due lavora o risiede oltre confine. Tra i molti aspetti che le ordinanze non chiariscono c’è anche quello relativo all’accompagnamento di un parente con mezzi propri in stazione piuttosto che a una visita di controllo confermata. Molte persone chiedono se possono farlo, la risposta è affermativa solo se si tratta di familiari.
- I disabili possono uscire?
Le persone diversamente abili possono uscire dalle loro abitazioni? Certamente, la passeggiata è ammessa anche per i disabili anche se, trattandosi di soggetti fragili, la raccomandazione è sempre la stessa: per una maggiore tutela è preferibile rimanere a casa per evitare di contagiare se stessi e gli altri. Ma per comprovate situazioni di necessità e motivi di salute, ai disabili sono state concesse brevi uscite dal domicilio purché siano opportunamente accompagnata e purché rispettino le regole di distanziamento sociale.
Anche se vengono fermati al fianco di una persona con evidenti problemi fisici, gli accompagnatori devono comunque dimostrare i motivi di necessità prevista dalla autocertificazione, che devono esibire alle forze dell’ordine. In quest’ultimo caso, al disabile basterà esibire il certificato rilasciato ai sensi della legge 104 del 1992 (articolo 3 comma 3). Ovviamente se si tratta solo di una passeggiata, resta valido il concetto di prossimità ovvero degli ormai famosi 500 metri di distanza dall’abitazione.
- Quali restrizioni deve osservare un lavoratore transfrontaliero nei propri spostamenti?
Nessuna, per loro non ci sono restrizioni. Come precisato dal ministero degli Affari esteri, le disposizioni per chi entra in Italia dall’estero non valgono per i lavoratori transfrontalieri, il personale sanitario e gli equipaggi di trasporto passeggeri e merci. Il residente a Tarvisio che lavora in Austria o viceversa, insomma, non deve presentare alcuna autodichiarazione per gli spostamenti in Italia, nessuna autocertificazione sui motivi del viaggio e tantomeno segnalare l’ingresso al Dipartimento di prevenzione competente.
Può utilizzare i mezzi di trasporto pubblici e non deve stare in quarantena. Molti lavoratore transfrontalieri vogliono sapere anche se possono accedere al lavoro agile. La risposta è sì. Chi risiede in Italia e lavora in uno Stato limitrofo può accedere al lavoro agile se il suo datore estero lo consente. In questo caso viene applicata la legge che regola il contratto di lavoro. In Italia non sono richiesti adempimenti al datore di lavoro straniero. Chi risiede all’estero e lavora in Italia può accedere allo smart working alle stesse condizioni di tutti gli altri lavoratori.
- Che fine fanno gli appuntamenti per le mammografie e per i pap-test?
Molte donne sono preoccupate perché dopo aver atteso anche un anno temono di perdere l’appuntamento per la mammografia o il pap-test. Sono in molte a telefonare al numero verde della Protezione civile per sapere cosa devono fare. «Gli appuntamenti, sia per le mammografie di screening di primo livello sia per gli esami per lo screening della cervice (pap-test e Hpv Dna test), saranno riprogrammati e comunicati direttamente alle utenti che avevano già fissato l’appuntamento nel periodo dell’emergenza sanitaria da coronavirus. Le donne coinvolte nei programma di screening sono invitate a non recarsi nelle sedi di riferimento a cui avrebbero dovuto sottoporsi agli esami e attendere di essere contattate per il nuovo appuntamento.
Dall’11 marzo è stata sospesa tutta l’attività ambulatoriale, a eccezione delle visite dichiarate indispensabili dallo specialista di riferimento. Ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e agli specialisti è stato raccomandato di prescrivere esami di laboratorio solo se strettamente necessario, preferibilmente nelle strutture territoriali organizzati su prenotazioni con accessi frazionati e sale d’attesa.
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