Chanel a prezzi stracciati però non erano false: assolta una negoziante

Indagata per ricettazione e introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi, ha vissuto un iter giudiziario conclusosi con verdetto di assoluzione
Udine 9 Aprile 2015 tribunale Telefoto Copyright Petrussi Foto Press - TURCO
Udine 9 Aprile 2015 tribunale Telefoto Copyright Petrussi Foto Press - TURCO

UDINE. Hanno notato che le due felpe con la doppia “C” di Coco Chanel esposte nella vetrina di un negozio del centro erano state messe in vendita a soli 90 euro e, insospettitisi, lo hanno segnalato alla Procura.

Era il novembre del 2013 e per la titolare, indagata di lì a poco per le ipotesi di reato di ricettazione e introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi, cominciava un iter giudiziario concluso soltanto ieri, con verdetto di assoluzione.

A finire nel mirino dei finanzieri erano state nove felpe con marca “Coco” e altre quattro “Coco New”. Tutte contraffatte, secondo il pm che aveva coordinato il fascicolo e che aveva deciso di emettere decreto di citazione a giudizio nei confronti della negoziante, una 40enne residente nell’hinterland udinese.

È stata l’istruttoria dibattimentale a smontare la tesi della Procura e convincere la stessa pubblica accusa, rappresentata in aula dal vpo Alessandra D’Aversa, a chiedere l’assoluzione dell’imputata. Richiesta che il giudice monocratico, Mauro Qualizza, ha accolto e pronunciato con la formula «perche il fatto non costituisce reato».

Nel respingere entrambe le contestazioni, il difensore, avvocato Maurizio Miculan, ha ricordato innanzitutto come quelli esposti fossero «prodotti minimal, commercializzati come tali» e ha poi evidenziato la prassi di «utilizzare un marchio famoso in modo dissacrante, ironico e irriverente».

Alla difesa era stato sufficiente “navigare” un po’ sul web, per trovare le foto dell’azienda napoletana che, «alla luce del sole, le distribuisce al mercato in tutta Italia».

Non certo la casa madre, insomma, ma un suo doppione “ufficiale”. Da qui la conclusione del legale.

«Chanel avrebbe potuto intervenire, in questo e in altri casi, in sede penale e civile, e invece non lo ha fatto – ha detto –. Il motivo? Semplicemente perchè non si tratta di false Chanel».

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