Cessione Udinese, il fondo Usa più lontano: ecco cosa ne pensano i tifosi

La trattativa per il passaggio di proprietà tra i Pozzo e Guggenheim Partners si è arenata: i supporter bianconeri divisi a metà: c’è chi apprezzava la novità e chi preferisce l’usato sicuro

Massimo Meroi
L’Udinese si appresta a scattare dai blocchi di partenza con al comando per il 39º anno di fila la famiglia Pozzofotopetrussi
L’Udinese si appresta a scattare dai blocchi di partenza con al comando per il 39º anno di fila la famiglia Pozzofotopetrussi

La trattativa per il passaggio dell’Udinese dalla famiglia Pozzo al fondo Guggenheim Partners si è arenata. Cosa ne pensano i tifosi? Detto che il “campione interpellato” è molto relativo, la sensazione generale è che ci siano due tipi di reazioni. Da una parte c’è chi avrebbe visto di buon grado la cessione se non altro per la curiosità di vedere come sarebbe gestita l’Udinese dagli americani, dall’altra c’è chi preferisce l’usato sicuro ed è ben felice di proseguire con una proprietà che da oltre trent’anni garantisce la serie A in Friuli condita da qualche nobile stagione in giro per l’Europa.

Bepi Marcon è il presidente dell’Auc e parla sì per sé, ma anche per una buona parte dei suoi iscritti: «La curiosità per la novità è sempre interessante per il tifoso, subentra un pizzico di entusiasmo, questo ovviamente senza dimenticare la storia della famiglia Pozzo con l’Udinese. È ovvio che una nuova proprietà potrebbe far intravvedere all’orizzonte dei risultati diversi da quelli che abbiamo ottenuto negli ultimi anni».

Il presidente del Guca Paolo Rinaldi la vede diversamente: «Di base dico che preferisco restare dove sono: meno voli pindarici e maggiori garanzie. Sul fatto che ballino 30 milioni per la conclusione dell’affare resto perplesso, per il fondo che dovrebbe subentrare 30 milioni sono facezie, magari è una sorta di pretattica per arrivare al closing».

Enrico De Nobili è combattuto: «Le novità sono sempre stuzzicanti, ma creano anche un po’ di ansia. Se il fondo Usa dovesse cominciare a disinteressarsi cosa ne sarebbe dell’Udinese? Con Pozzo noi tifosi forse ci sentiamo più garantiti. Niente grandi ambizioni, ma comunque la garanzia di restare in serie A». Molto più diretta la riflessione di Samuel Rossi: «Se i Pozzo sono stanchi è meglio che vendano. La nuova proprietà mi intriga, se poi resta tutto così com’è è necessario che l’attuale proprietà faccia degli investimenti, la squadra così com’è oggi è più debole di quella che si salvò due anni fa all’ultima giornata».

Su questo argomento Paolo Rinaldi è molto più tranquillo: «Oggi il mercato è questo, ma per tutti non solo per l’Udinese. C’è una situazione di stallo, non escludo che il nuovo centravanti arrivi alla fine di agosto. I Pozzo una squadra buona l’hanno sempre fatta». Non la vede così De Nobili: «Ci mancano due punte visto che andrà via anche Sanchez. Io tutta questa fiducia in Davis non la riporrei perché la sua storia dice che gioca quattro partite a stagione. Se passeremo al 4-3-3 ci manca un difensore in caso contrario con il 3-5-2 serve almeno un esterno a destra al posto di Ehizibue». Conclusione in chiave mercato con Marcon: «Siamo indietro nella costruzione della squadra: mancano un titolare per reparto, per non parlare del portiere che non avremo per le prime sei partite». 

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