Cervignano, il cippo di Tre ponti testimone della guerra

CERVIGNANO. Un reperto di indubbio valore storico, che lega Cervignano a Udine. Il cippo confinario di Tre ponti numero 67, dal 1926 custodito nell’area del castello di Udine, è un importante pezzo di storia di Cervignano. «A perenne ricordo di un iniquo confine – spiega Michele Tomaselli, che fa parte dell’associazione “Cervignano nostra” - la cui cancellazione costò all’Italia tante lacrime e tanto sangue, per un istmo di terra, crocevia di popoli culture e tradizioni.
Penso che pochi cervignanesi, a cominciare dalla stessa amministrazione comunale, siano a conoscenza di questa importante memoria. Un reperto che, in due secoli di vita, ha visto cambiare vicendevolmente i confini. Il 24 maggio 1915, inoltre, ha addirittura dato il benvenuto ai soldati italiani, al momento del loro ingresso nelle nuove terre redente (Cervignano e il suo mandamento, compresa tutta la provincia di Gorizia e Trieste, ndr) dando apertura alla prima guerra mondiale per l’Italia».
Aggiunge Tomaselli: «Fulcieri Paulucci di Calboli, l’eroe della Grande guerra, il 24 maggio del 1915 fu fra i primi a varcare il vecchio e ora dimenticato confine di Tre ponti di Cervignano e fu fra i primi a rimembrare quel prodigioso cimelio, che dischiudeva l’italianità di quelle terre. Il cippo, che risale al 1816, divideva l’Illiria, una suddivisione dell'impero austriaco, dal Regno Lombardo Veneto. Allora, Cervignano si trovava in Illiria e costituiva la frontiera con il Lombardo Veneto.
Nel 1866, con la nascita dell’impero austroungarico, Cervignano divenne ultimo avamposto dell’impero asburgico. Il cippo confinario di Tre ponti segnava il confine con il Regno d’Italia, che aveva appena inglobato il Friuli occidentale. Quando finì la Grande guerra quel cippo non servì più e, nel 1926, fu donato ai Civici Musei di Udine».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto