Centri massaggi fasulli, donna in carcere

Denunciati i titolari di tre esercizi, a Monfalcone e Capriva, dove si praticavano prestazioni sessuali
Di Domenico Diaco

All’apparenza sembravano normali centri per il benessere, ma in realtà, pagando un extra rispetto al tariffario esposto, era possibile beneficiare di vere e proprie prestazioni sessuali da parte di giovani ragazze, tutte di origine asiatica e tutte maggiorenni che periodicamente si avvicendavano. Un’attività, questa, che ha visto coinvolti tre centri massaggi attivi a Monfalcone e uno a Capriva sui quali Polizia e Guardia di finanza hanno posti i sigilli a seguito di una specifica ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Gorizia.

I titolari degli esercizi, tre uomini e due donne di origine cinese, sono stati denunciati con l’accusa di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.

Una delle due donne, sulla quale gli inquirenti hanno individuato maggiori responsabilità, è finita in carcere. L’attività investigativa, iniziata alcuni mesi fa con la chiusura di un centro massaggi a Ronchi dei Legionari e l’arresto della titolare, prosegue. Sono infatti in corso da parte della Guardia di finanza accertamenti sotto il profilo fiscale. È stato, invece, accertato che tutte le ragazze impiegate nei vari centri (due o tre per sede) erano in possesso di un regolare contratto di lavoro.

Le attività dei centri massaggi erano pubblicizzate sia su quotidiani locali, sia su siti Internet con allusivi richiami alle prestazioni extra fornite dalle massaggiatrici. Dalle testimonianze di numerosi uomini raccolte all’esterno dei centri benessere da poliziotti e finanzieri che si erano finti potenziali clienti era emerso che le prestazioni venivano pagate in contanti nelle mani dei titolari cinesi. Sulla base delle documentazione trovata nel corso delle singole perquisizioni sono state dunque avviate indagini finalizzate alla determinazione dei profitti illecitamente conseguiti e sfuggiti a regolare tassazione. Si tratta di indagini laboriose: la gestione dei centri passava frequentemente di mano.

Per quanto riguarda i tariffari esposti nei vari centri, l’offerta non lasciava dubbi sul tipo di prestazioni: si andava dal massaggio thailandese a 50 euro all’ora a quello a 4 mani (con due ragazze) a cento euro per 60 minuti. Non mancavano poi il “massaggio giapponese”, quello con bagno in vasca e quello indeterminatamente definito “misto”. Insomma ce n’era per tutti gusti. I prezzi degli extra erano assai contenuti (attorno ai 20 euro) a seconda delle varie prestazioni Una clientela, soprattutto quella monfalconese, definita in alcuni casi itinerante: per sfuggire a occhi indiscreti molti si recavano, infatti, nel centro massaggi attivo a Capriva.

Quando l’altro ieri poliziotti e finanzieri hanno fatto il loro ingresso nei centri massaggi le ragazze erano al lavoro con i clienti. I rapporti sessuali avvenivano senza alcuna protezione in locali alquanto squallidi, con arredi poveri ed essenziali, dove la pulizia era a dir poco discutibile.

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