Centri commerciali, un'ascesa senza fine: Udine e Gorizia prime in Italia per superficie in vendita

Il report sulla grande distribuzione mostra un aumento del 50% negli ultimi due anni in Friuli Venezia Giulia: Pordenone nella top ten

UDINE. Lo intuivamo già, ma ora c’è la prova: il Friuli Venezia Giulia è la terra promessa della grande distribuzione. Due province in vetta, Udine e Gorizia, per superfice di vendita, un’altra, Pordenone, nella top 10. E un’ascesa che sembra inarrestabile, tanto che negli ultimi dieci anni gli incrementi di centri commerciali sono stati superiori al 50 per cento. A uno sviluppo così impetuoso non corrisponde però (o quantomeno si è fermata) la crescita degli occupati che dal 2012 a oggi oscillano tra un minimo di 11.400 a un massimo di 11.700, con addirittura una leggera flessione nell’ultimo biennio. Sono solo alcuni dei dati più interessanti emersi dall’indagine di “Format Research” nell’ambito dell’Osservatorio del commercio curato da Confcommercio del Friuli Venezia Giulia e realizzato nell’occasione per conto di Ebiter e presentati ieri in conferenza stampa a Trieste assieme a quelli sulla congiuntura economica e il lavoro.



Nell’ultimo decennio la dinamica espansiva della grande distribuzione organizzata (Gdo) ha portato il Friuli Venezia Giulia ai primi posti in Italia per rapporto tra superfici di vendita e abitanti. Lo rileva il ricercatore di Ires Fvg Alessandro Russo. Al 31 dicembre 2016, ultimo dato attualmente disponibile, dopo due anni di primato la nostra regione è tornata al secondo posto, superata solo dalla Valle d’Aosta. Quest’ultima registra infatti il valore più elevato, pari a 714 mq di superficie di vendita ogni mille abitanti, contro i 708 friulani, mentre la media nazionale è pari a 399. La provincia di Udine (con 851 mq per 1.000 abitanti, un valore superiore al doppio della media nazionale) risulta la prima in Italia seguita da quella di Gorizia (con 825); sono inoltre le uniche due che superano la soglia di 800 mq per mille abitanti. Sempre nella stessa graduatoria Pordenone è decima (623 mq), Trieste 49 esima (428 mq). Ma se si considera solo il comparto food (che comprende le superfici relative ai supermercati, ai minimercati e la parte alimentare degli ipermercati) il Friuli Venezia Giulia risulta al primo posto in Italia con 353 mq di superficie di vendita ogni 1.000 abitanti. Negli ultimi dieci anni le superfici di vendita della GDO in regione sono aumentate di oltre il 50%, in Italia nello stesso periodo l’incremento è stato meno accentuato e pari a +38%. La tipologia che è cresciuta di più in regione è quella delle grandi superfici specializzate (quasi raddoppiata +84%). Le forme più tradizionali, come i grandi magazzini e i minimercati sono invece quelle che presentano gli incrementi meno sostenuti (rispettivamente +25,5% e +22,5%). Nello stesso periodo preso in esame, a fronte dell’espansione delle superfici della Gdo, si rileva una generale diminuzione dei punti vendita del piccolo commercio. Per quanto riguarda il comparto alimentare si osserva una diminuzione particolarmente accentuata del numero di esercizi specializzati nella frutta e verdura e nei prodotti a base di carne. Nel settore non alimentare le dinamiche maggiormente negative hanno interessato i punti vendita di computer e attrezzature per ufficio, le ferramenta, i negozi di articoli sportivi e quelli di giocattoli, penalizzati dalla forte concorrenza delle catene. Tra le poche eccezioni ci sono i negozi di telefonia, che hanno mostrato un’evoluzione positiva negli ultimi anni.



Il numero di addetti della grande distribuzione è cresciuto di quasi 3.000 unità dal 2006 al 2014. Ma gli anni più recenti presentano al contrario una sostanziale stabilità (circa 11.500 occupati) dopo gli incrementi del passato. Il numero complessivo di lavoratori dipendenti nel settore del commercio al dettaglio risulta in leggera crescita nel triennio 2014-2016 (+192 unità che equivale a un +0,8%, inferiore all’aumento medio generale del settore privato che è stato pari a +3,2%). Si può dunque osservare che negli ultimi anni nel settore del commercio al dettaglio è diminuito il lavoro a tempo indeterminato full time, sostituito sempre più da quello a tempo parziale, con riflessi negativi sui redditi dei lavoratori.



 

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