Cento km con gli asini Viaggio da Sauris a Buja

BUJA. Un viaggio lungo cento chilometri scavalcando le montagne da Sauris a Buja, in compagnia degli asini. È il progetto promosso dall’azienda agricola Kuke di Buja che ha portato una ventina di persone a percorrere a piedi il tragitto che conduce da Sauris a Buja. Il viaggio si è svolto fra l’11 e il 15 settembre, con partenza da Sauris dove a giugno erano stati portati i due asini dell’azienda Kuke, che nel paese carnico sono stati a disposizione dei turisti per le passeggiate, nell’ambito delle iniziative promosse da locale centro “Sport e Benessere”: «Tutto è nato – spiega Fabio Calligaro, dell’azienda Kuke – da un progetto condiviso con il Csm dell’ospedale di San Daniele dove io lavoro, ed è finalizzato ad aiutare dei ragazzi seguiti dallo stesso, i quali hanno potuto sviluppare autonomia imparando a gestire questi animali. In seguito, la cosa ha assunto delle finalità turistiche e quando gli asini sono stati portati a Sauris abbiamo deciso di coinvolgere altre persone per una vera e propria transumanza». E così, la squadra, che nelle varie tappe ha contato anche trenta persone, è partita da Sauris e ha raggiunto malga Losa affrontando una salita che li ha portati fino a 1800 metri di altitudine. Da lì, la comitiva ha affrontato il Col Gentile affrontando una difficile discesa, la “Stentarie” , che ha una pendenza del 28%: «È stata certamente – spiega Calligaro – la parte più difficile anche perché dovevamo portare gli asini che scivolavano in certi punti. È un percorso molto stancante ma alla fine abbiamo raggiunto il “Forgia” , il passaggio che unisce Sauris con la Val Degano e in seguito abbiamo raggiunto Raveo». A Raveo, il gruppo ha dormito in un centro scout e in seguito, sempre per percorsi montani, è arrivato a Venzone dove ha potuto lasciare gli asini nell’agriturismo Casali Scjs e dormire in seguito nelle stanze del priorato di Santo Spirito a Ospedaletto di Gemona. «È un’iniziativa – dice Calligaro – che riproporremo, magari in altre vallate delle montagne carniche. È un viaggio in cui persone che non si conoscevano hanno affrontato un percorso impegnativo, superando insieme delle difficoltà. È una sorta di viaggio spirituale laico, che oltre ad avere un fine sociale, permette di valorizzare il nostro territorio». —
P.C.
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