Cavallo in premio alla sagra, scoppia il caso

PAVIA DI UDINE. Da 65 anni a Percoto si ripete una tradizione in occasione della festa di San Giuseppe: un cavallo è messo in palio nella pesca di beneficienza. E così accadrà anche quest’anno. Ma non senza le manifestazioni di protesta da parte del Lav, la Lega antivisezione, che annuncia anche un presidio nei luoghi della festa. Sul piatto le questioni sono due: una etica, legata all’opportunità di perpetuare antiche feste giudicate anacronistiche dagli animalisti; l’altra regolamentare, tirando in ballo una recente legge regionale sugli animali da affezione. E su entrambi i fronti arriva una sonora smentita dagli organizzatori: «Siamo a posto con tutti i permessi» e «per di più, in questo modo, salviamo un cavallo dal macello».
Intanto, la sezione territoriale del Lav di Udine ha inviato una lettera indirizzata in primis al parroco, don Giordano Simeoni, in quanto la festa è riconducibile alla parrocchia di Percoto, e al sindaco Emanuela Nonino. «La questione è innanzitutto etica, siamo nel Nordest d’Italia, non in Africa», attacca il responsabile del Lav, Walter Spizzamiglio Sinatra, che chiede al parroco un passo indietro. «Il fatto che ne sia responsabile un parroco, un uomo di chiesa, ci fa rimanere ancor più spiazzati. Papa Francesco disse di non fare strage di agnelli a Pasqua e un parroco di paese perpetra una cosa superata».
«Una festa di paese organizzata dalla Pro loco, di cui il parroco è il responsabile, che mette in palio un cavallo evidenzia con amarezza come in quei luoghi la Chiesa perpetui la storia di un’occasione perduta, quella del riconoscimento dei diritti degli animali», si legge nella missiva.
«È estremamente deprimente apprendere che ancora oggi molti animali vengano usati in sagre, palii e feste popolari. Costretti in spazi angusti spesso sotto al sole cocente, esibiti quale appetibile premio o per essere venduti. Le tradizioni popolari – continua Spizzamiglio Sinatra – che si tramandano ne sono quasi sempre la giustificazione più ripetuta, queste tradizioni orfane dell’evoluzione del genere umano, rimaste radicate nella ignorante superstizione bloccano la trasformazione di tali rituali beceri in forme non offensive per la vita non umana. Tramandarne la memoria non deve significarne l’immutatezza nel tempo».
Nella lettera di accusa, Spizzamiglio fa riferimento alla legge 20 del 2012 recentemente modificata dal consiglio regionale citando il divieto di mettere in dono gli animali come premio, ricompensa, omaggio o regalo nell’ambito di giochi, feste e sagre, lotterie, attività commerciali, spettacoli. Da qui l’appello del Lav a «riconsiderare il modo di rapportarci agli animali. Se un cavallo dev’essere, ebbene lo sia, commissionate per esempio una scultura che raffiguri uno splendido cavallo e realizzata da un’artista friulano».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto