Causa Illy-An,scoppia la polemica
È dura nel centro-destra la reazione alla notizia della causa intentata da Riccardo Illy contro il gruppo regionale di Alleanza nazionale poiché – questa la tesi accusatoria – il sito elettorale “Illyflop” avrebbe arrecato, in piena campagna elettorale, un danno di immagine all’ex presidente e all’azienda di famiglia un calo di vendite di 180 tonnellate di caffè. Per questo è partita una richiesta di risarcimento per 450 mila euro a carico dell’allora segretario di An, Sergio Dressi.

di Paolo Mosanghini
UDINE.
È scontro politico sulla battaglia legale tra l’ex governatore del Friuli Venezia Giulia Riccardo Illy e il gruppo di Alleanza nazionale. Gli esponenti politici del centrodestra attaccano l’ex presidente, secondo il quale il sito elettorale “Illyflop” avrebbe arrecato un danno non solo alla sua immagine ma anche a quella dell’azienda di famiglia.
E in «quindici anni di sovraesposizione mediatica della Illy-Sindaco-Governatore» qual è stato il guadagno? Chiede il sottosegretario all’Ambiente Roberto Menia (An). «Sono sbalordito», è il commento del senatore del Pdl Ferruccio Saro. «È paradossale», sbotta il coordinatore regionale di Fi Isidoro Gottardo. E nel centrosinistra si respira un generale imbarazzo.
È dura, nel centrodestra, la reazione alla notizia della causa intentata da Riccardo Illy contro il gruppo regionale di Alleanza nazionale. Secondo la tesi di Illy e dei suoi legali, il sito elettorale “Illyflop” avrebbe arrecato un danno di immagine all’ex presidente e all’azienda di famiglia, in piena campagna elettorale, registrando un calo di vendite di 180 tonnellate di caffè. Per questo Riccardo Illy e il marchio triestino leader nel mondo hanno chiesto un risarcimento di 450 mila euro all’allora segretario di An Sergio Dressi. Una acusa che ieri ha fatto discutere il mondo della politica regionale, mentre sia l’ex presidente sia l’azienda non hanno voluto commentare.
«Visto che i legali dell’azienda di Riccardo Illy hanno quantificato in tonnellate di caffè invenduto la bocciatura degli elettori, sarebbe curioso sapere a quanto ammonta il guadagno della Illy-Caffè nei quindici anni di sovraesposizione mediatica della Illy-Sindaco-Governatore», afferma il sottosegretario all’Ambiente, Roberto Menia (An). Che poi ironizza: «Tuttavia la ricomparsa dell’ex governatore sulla scena pubblica, seppur attraverso un atto di citazione, tranquillizza tutti coloro che ne avevano perso le tracce all’indomani delle elezioni regionali e, continuando a chiedersi peraltro perchè non avesse nemmeno stretto la mano al suo avversario, avevano intenzione di rivolgersi a Chi l’ha visto?».
«È paradossale e al contempo è la conferma di uno stile che non viene meno», è il pensiero del coordinatore regionale del Pdl del Fvg, Isidoro Gottardo. «Ci fa rabbrividire l’idea - afferma ancora Gottardo - che la Illy possa aver venduto meno caffè a causa del fatto che, in una normale dialettica elettorale, il candidato presidente Riccardo Illy sia stato contrastato con un sito rimasto aperto pochi giorni». «È naturale chiedersi allora - secondo Gottardo - a fronte dell’invocato principio secondo il quale l’azienda subiva dirette conseguenze commerciali rispetto all’immagine del politico Riccardo Illy, quali vantaggi l’azienda possa aver avuto dall’immagine del sindaco e del governatore quando vincente e quali svantaggi quando perdente».
Si dice «sbalordito da questa richiesta di danni», il senatore del Pdl Ferruccio Saro. «Collegare - aggiunge - quello che è successo all’andamento della Illy è assurdo. Se negli anni in cui tutto andava bene per lui il fatturato fosse cresciuto, come dovremmo valutare la cosa?», conclude.
C’è imbarazzo invece tra gli ex alleati di Illy. Il senatore del Pd Carlo Pegorer ritiene «difficile entrare nel merito di una vicenda legale che ha caratteristiche molto complicate». «D’altra parte - dice il senatore - distinguere il ruolo pubblico svolto in questi anni da quello legato al marchio industriale porta con sè anche possibili rischi. Quello che non si può e non si deve fare è strumentalizzare la vicenda per finalità politiche. Chi dovrà decidere nel merito lo farà. I commenti si portanno fare dopo».
Rovescia la prospettiva con un commento ironico l’ex presidente del consiglio regionale Alessandro
Tesini: «Non sono abituato e non voglio commentare come ognuno di noi si rapporta alla giustizia e al suo utilizzo. Non vorrei che a qualcuno venisse in mente di chiedere, per ovvie reciprocità, la compartecipazione agli utili dell’azienda dei periodi in cui il trend delle vendite è stato molto positivo», conclude.
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