Causa alla banca per le case in Croazia

La Popolare di Cividale citata da 45 friulani che avevano accettato un investimento per l’acquisto di appartamenti a Lussino
Convinti che il sogno d’una casa a picco sul mare in Croazia sia diventato un incubo economico, 45 friulani hanno fatto causa alla Banca popolare di Cividale che gli aveva proposto l’investimento. Sono commercianti, imprenditori, consulenti del lavoro, avvocati, anche insegnanti e medici: arrivano dalla provincia di Gorizia e da quelle di Udine e Pordenone. Delusi dalle rassicurazioni dell’istituto di credito e dalle proposte che lo stesso aveva avanzato per chiarire la questione, hanno scelto la strada del tribunale chiedendo – in totale – un risarcimento dei danni che si aggira sui 700 mila euro (dai 10 mila ai 30 mila euro ciascuno). La banca aveva proposto come investimento sull’isola croata in località Punta di Lussino un condominio con 45 appartamenti a picco sul mare, con prezzi fra i 145 mila euro e i 165 mila per un bicamere con giardino. Siccome la legislazione di quello Stato non consente al cittadino italiano di comperare immobili direttamente, erano state costituite la Simi Srl (controllata dalla banca cividalese, oggi liquidata e cancellata) e una società croata. Secondo gli investitori friulani che hanno fatto causa, essi hanno patito numerosi e rilevanti danni e dispiaceri per una serie di motivi che riguardano il pagamento dell’Iva croata e altri aspetti fiscali e organizzativi che, a parer loro, li hanno messi nell’impossibilità giuridica di uso del bene. Da qui le lamentate sanzioni amministrative e penali subite. La questione era stata sollevata già due anni fa all’interno della banca, perché 51 clienti si erano riuniti nel Comitato per la tutela dei soggetti danneggiati dalla società Servizi immobiliari integrati Srl. Anche all’ultima assemblea del 6 maggio c’era stato un intervento (con risposta del presidente) all’assemblea dei soci, nel quale appunto si faceva presente che l’atto di citazione della causa era stato depositato. In generale, il danno lamentato da questi 45 friulani è derivato da un lato dalla condizione di inutilizzabilità degli alloggi e dall’altro, appunto, dalle sanzioni che sono conseguite all’utilizzo, oltre alle spese legali sostenute da ognuno per difendersi nei procedimenti attuati dalle autorità della Croazia. Secondo questi 45 investitori – affidatisi all’avvocato Paolo Scalettaris per la causa – ripetutamente erano stati contestati alla Simi Srl gli inadempimenti relativi al mancato rispetto della proposta d’acquisto degli appartamenti. La società controllata dalla banca, però, a loro parere non aveva riconosciuto nulla. Da qui la scelta di far decidere al tribunale chi ha ragione. La prima udienza è fissata per l’8 novembre.

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