Castello in rovina, c’è un appello

Con la sua sagoma imponente, che affiora dal bosco, regala fascino e suggestione al monte di Purgessimo, alle porte di Cividale: il castello di Gronumbergo (dal tedesco, "rocca sul monte verde"), struttura che le fonti archivistiche documentano a partire dal XIII secolo e che fra i suoi proprietari annovera anche la nobile famiglia ducale dei de Portis, può senza dubbio essere indicato come uno degli elementi distintivi del territorio comunale. Custode di una storia lunga e importante, l'antico maniero - in rovina dall'Ottocento - versa ormai da troppo tempo in condizioni di degrado estremo. Tant'è che il caso, adesso, è stato sottoposto al sindaco Stefano Balloch da un cittadino (Federico Iussig Zuliani) che dando voce a un sentimento diffuso invoca un intervento di tutela del bene, auspicando l'avvio di una procedura di esproprio. «Il castello - si legge nel testo della lettera - rappresenta un pezzo importante della nostra storia: le inaccettabili condizioni di abbandono sono uno schiaffo al patrimonio storico locale e all'intera comunità. Se non si provvederà a un'opera di salvaguardia, l'antica costruzione rischia di crollare. Chiedo dunque all'amministrazione se siano state attivate le opportune procedure nei confronti degli attuali proprietari dell'edificio, al fine di realizzare - con il supporto e di concerto con gli organi competenti - i lavori necessari per mettere in sicurezza l'immobile. Nel caso tale strada fosse già stata percorsa, ma senza successo, ritengo che andrebbe avviato l'iter di esproprio del castello, nel nome della protezione di questa preziosa testimonianza del passato, nell'interesse collettivo». Un'azione di recupero e di valorizzazione del castello di Gronumbergo, si evidenzia nella missiva, si inserirebbe alla perfezione nelle politiche di promozione turistica che il Comune di Cividale sta portando avanti ormai da anni e potrebbe, fra l'altro, favorire qualche nuova opportunità occupazionale per la gente del posto. Ma l'amministrazione, risponde Balloch, «non ha inserito lo specifico progetto nel programma di mandato». Già anni addietro, ricorda poi il sindaco, era stato cercato un contatto con la proprietà, ma la cosa non era andata a buon fine. (l.a.)
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto