Caso vaccini, asili alternativi per accogliere i bimbi esclusi

UDINE. «Noi non scenderemo a compromessi e non saremo disposti a negoziare la salute dei nostri figli».
Suonano come un avvertimento le parole di Claudio Simion, presidente nazionale di Comilva, il coordinamento del movimento italiano per la libertà delle vaccinazioni. La battaglia contro la legge Lorenzin, che ha reso obbligatorie le vaccinazioni nei minori dai 0 a 16 anni, va avanti. Senza se e senza ma.
Nonostante i dati forniti dalle Aziende sanitarie 3 (Alto, Medio e Friuli Collinare), 5 (Friuli Occidentale) e Asuiud, pubblicati dal nostro quotidiano nell’edizione di ieri, parlino chiaro: 5.800 famiglie verranno multate per il mancato adempimento dell’obbligo di legge. E soprattutto 850 bambini potenziali iscritti nelle scuole dell’infanzia e negli asili nido rischiano l’esclusione il prossimo anno. Il direttore dell’area prevenzione e promozione della salute, Paolo Pischiutti è stato chiaro.
«A settembre sarà ormai passato un anno dall’entrata in vigore della norma sull’obbligo dei vaccini. Un tempo – ha affermato Pischiutti – che riteniamo sufficiente per informarsi e decidere. I genitori dovranno quindi organizzarsi al meglio per evitare amare sorprese».
Ma altrettanto chiare appaiono le parole di Simion. «Se sarà così – ammonisce il numero uno di Comilva – organizzeremo forme di accoglienza scolastiche alternative alle scuole pubbliche e paritarie». Il modello, che lo stesso Simion non scarta, è quello dei Tagesmutter, o nidi familiari dove figure professionali offrono gli stessi servizi dell’asilo nido ma presso il loro domicilio.
«Stiamo valutando anche altre soluzioni – precisa Simion –. Non vogliamo trovarci impreparati né restare ingabbiati da questa legge. Restiamo in attesa del nuovo governo nazionale – conclude il presidente di Comilva – per capire se ci saranno novità. E auspichiamo anche un confronto con la prossima giunta del Friuli Venezia Giulia basato su fatti concreti e non polemiche».
Nel frattempo il Comilva, che prende le distanze da iniziative come il “Varicella Day” continua nella propria offensiva nei confronti delle profilassi obbligatorie con la campagna nazionale di affissione di manifesti che a Udine sono apparsi a inizio marzo in quattro strade della città e che è proseguita in questi giorni anche a Gorizia e a Trieste. I cartelloni pubblicitari avevano come titolo “Fuoco alla polveri” e il liquido multicolore sul manifesto desiderava metaforicamente rappresentare il mix di ingredienti dei vaccini.
Giovedì, invece, le Aziende sanitarie consegneranno agli istituti scolastici le liste dei no vax. La data del 10 maggio, termine ultimo per le famiglie per mettersi in regola ed evitare sanzioni, non coinciderà, diversamente dal resto d’Italia, con le esclusioni dalle scuole. I bambini da 0 a 6 anni continueranno normalmente a frequentare asili nido e scuole dell’infanzia. Questo, come ha più volte modo di spiegare la direzione regionale alla prevenzione, per evitare qualsiasi caccia alle streghe e per non alimentare tensioni con i genitori e traumi ai bambini che sarebbero stati costretti a lasciare le classi a anno scolastico già iniziato. Deroga che, come annunciato, non sarà più concessa il prossimo anno. Le multe, invece, resteranno.
Non ci sarà alcun condono. Le sanzioni andranno da un minimo di 100 a un massimo di 500 euro. A questa norma dovranno sottostare tutte le famiglie che hanno bambini e i ragazzi che frequentano la scuola dell’obbligo da 0 a 16 anni.(da.vi.)
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