Caso Eluana, l'ordine dei medici archivia il dossier su De Monte
L'Ordine dei medici di Udine ha archiviato il procedimento disciplinare contro Amato De Monte, l’anestesista responsabile dell'equipe medica che interruppe l'alimentazione e l'idratazione di Eluana Englaro

UDINE.
La morte di Eluana Englaro, dopo la sospensione di idratazione e alimentazione forzata, non fu eutanasia. Con questa motivazione l’Ordine dei medici di Udine ha archiviato, a un anno dall’apertura, il procedimento disciplinare nei confronti del dottor Amato De Monte, il medico anestesista che, nel febbraio del 2009, fu a capo dell’équipe che applicò il protocollo in esecuzione della sentenza della Corte d’Appello di Milano.
La decisione è stata presa all’unanimità, ed è giunta al termine di due sedute nelle quali il Consiglio ha esaminato il caso. A parere dell’Ordine il professionista (primario all’azienda ospedaliero universitaria) nella vicenda di Eluana «ha agito secondo i principi del codice deontologico». L’Ordine, nel formulare la sua “sentenza”, aveva deciso di attendere le motivazioni di archiviazione del procedimento penale (De Monte e l’équipe di infermieri e assistenti, oltre al padre delle donna, Beppino Englaro, erano stati indagati per concorso in omicidio volontario aggravato,
ndr
) e ne ha poi recepito alcuni fondamentali aspetti.
È stata acquisita la documentazione sanitaria relativa a Eluana Englaro, in particolare la cartella clinica della paziente, l’esito dell’autopsia eseguita dopo la morte avvenuta alla “Quiete” il 9 febbraio 2009 e le relazioni dei periti. L’Ordine dei medici di Udine ha stabilito «la prevalenza del diritto all’autodeterminazione del paziente, diritto ricostruito attraverso la decisione della magistratura, che aveva parlato di “consenso presunto”», dal momento che Eluana, a causa dell’incidente d’auto del gennaio 1992, viveva da allora in uno stato vegetativo permanente. E’ stata quindi evidenziata la «correttezza del dottor De Monte nel seguire il protocollo dettato dalla sentenza della Corte d’Appello di Milano».
Esclusa, quindi, ogni ipotesi di eutanasia o di volontà di accelerare il decesso della paziente. Per De Monte, dunque, si chiude in modo positivo un altro capitolo della vicenda legata alla morte di Eluana, dopo l’archiviazione del fascicolo per le accuse di concorso in omicidio volontario aggravato.
Resta invece ancora aperta (ma la decisione è attesa in tempi brevi) la procedura istruttoria dell’Ordine su Gian Luigi Gigli, il professore di Neurologia dell’Università e già direttore del reparto di Neurologia dell’ospedale cittadino. All’epoca del caso Englaro, Gigli era il presidente del coordinamento “Per Eluana e per tutti noi” e, in quanto tale, tra i più strenui oppositori dell’applicazione del decreto della Corte d’Appello di Milano sulla sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione alla donna, in stato vegetativo da 17 anni. Due le segnalazioni arrivate nella sede udinese dell’Ordine dei medici. Per entrambi i casi, la commissione è chiamata a verificare se, da parte del professor Gigli, vi sia stata una qualche forma di irregolarità rispetto a quanto previsto dal Codice di deontologia.
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