Casera Palantina, ambientalisti mobilitati

CANEVA. Anche se un anno fa, per mano di ignoti, il fuoco ha distrutto casera Palantina - costruita all’inizio del secolo scorso sul pianoro a oltre 1.500 metri, sotto l’omonima vetta - nessuno può fermare ambientalisti e alpinisti che, da 26 anni, all’inizio di novembre salgono fino alla malga, ora ridotta a un rudere.
La manifestazione si rinnova, con sempre maggior partecipazione, per salvare la foresta del Cansiglio e scongiurare la costruzione d’impianti per lo sci alpino sul versante dell’Alpago. Domenica 10 novembre saranno in migliaia, a malga Palantina, bruciata da mani rimaste anonime.
Per scongiurare ogni mira speculativa sul Cansiglio e sulla montagna, arriveranno militanti e leader delle sezioni Cai di Pordenone, Treviso e Belluno, di Mountain Wilderness, Trekkig Italia, Legambiente, Wwf, Amica Terra, Lipu, Ecohimal Italia, Amici della bicicletta.
Delle preoccupazioni di tutti si fa portavoce Vittorio “Toio” De Savorgnani, leader storico della manifestazione, colpito nell’agosto scorso da un atto di sabotaggio. Alla sua vettura hanno allentato i bulloni di una ruota. Per prudenza e fortuna, Toio si è accorto in tempo della manomissione, evitando un incidente mentre con la figlia scendeva dal Cansiglio verso casa.
Nell’appello che rivolge ai manifestanti, De Savorgnani evita qualsiasi accenno a ciò che ha subito, condannando l’incendio di malga Palantina e ogni atto intimidatorio nei confronti della marcia ambientalista che si ripete da trent’anni.
«Non dobbiamo lasciarci intimorire – afferma – da un atto violento, come l’incendio di casera Palantina, che vorrebbe farci desistere dal nostro impegno per il Cansiglio. Invece ci troveremo ancora – continua – per discutere del futuro dell’antica foresta. Non ci facciamo intimidire. Anzi, queste azioni da vigliacchi, unico modo per definire chi colpisce e danneggia all’ombra dell’anonimato, ci rendono ancora più determinati. Parleremo dell’attuale situazione, delle proposte da fare alle regioni Veneto e Fvg per tutelare la montagna, del problema dell’eccesso di cervi nella foresta, del progetto di installare pale eoliche sul monte Pizzoc. Discuteremo se davvero l’idea di collegare con impianti da sci Col Indes al Pian Cavallo è stata abbandonata».
La manifestazione del 10 novembre assume anche un valore simbolico a tutela del luogo che la ospita. Il pianoro è segnato dal cippo partigiano che ricorda il sacrificio di Giulio Mometti, 20 anni, trucidato dai nazifascisti il 5 giugno 1944 e dai resti della malga bruciata un anno fa.
De Savorgnani propone di munirsi di guanti e sacco per raccogliere quanto rimasto attorno alla malga dopo l’incendio. «Casera Palantina – conclude – è diventata un simbolo per le associazioni ambientaliste venete e friulane. Dobbiamo prendercene cura».
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