Case, strade e caserme: ecco i beni che Regione e Demanio vendono

L’assessore Zilli: «Cominciamo dall’appartamento del presidente a Trieste». Dal flusso di cassa positivo all’effetto leva sull’edilizia: ecco gli obiettivi

UDINE. Il problema del patrimonio immobiliare pubblico non è solo dello Stato. Anche la Regione e i Comuni soffrono il peso di proprietà non più necessarie e non di rado pure in là con gli anni, che anziché essere una risorsa costituiscono appunto un onere. Da qui la decisione dell’amministrazione regionale di far pulizia e cedere la parte meno significativa di quel patrimonio: appartamenti, garage, sedi, uffici ormai disusi.

Fare pulizia

«Abbiamo iniziato una ricognizione puntuale del patrimonio di proprietà regionale e degli enti locali con l’obiettivo di arrivare a stringere una convenzione con la sede Fvg dell’Agenzia del Demanio», svela l’assessore alle Finanze e al patrimonio, Barbara Zilli, annunciando la firma a stretto giro: «Puntiamo a sottoscriverla entro un mese», fa sapere indicando nella recente messa in vendita dell’appartamento del presidente, in via Filzi a Trieste, l’atto simbolico che dà il via alla maxi-operazione di dismissione patrimoniale.

«Abbiamo deciso di far partire dalla foresteria questa cessione onerosa di beni non più strategici. L’appartamento è già in vendita – ricorda Zilli – e con la prossima settimana inizieranno le visite».

Un iceberg

È soltanto la punta dell’iceberg. La Regione, al pari dei Comuni, vanta infatti un lungo elenco di beni immobili destinato ora a passare sotto la lente d’ingrandimento degli uffici. «Questa prima fase sarà necessaria a valutare uno per uno i beni immobili che sono in pancia a Regione ed enti locali per capire se e quali siano ancora strategici e quali invece abbiano esaurito l’utilità pubblica e possano quindi essere posti in vendita.

Con un obiettivo duplice: liberare l’amministrazione pubblica dal peso di beni non più utili che posti sul mercato possono invece essere appetibili per i privati. E se da un lato la cessione onerosa porterà un flusso di cassa positivo per l’erario regionale, dall’altro – sottolinea l’assessore – promette un effetto leva per l’edilizia, considerato che nella maggior parte dei casi si tratta di immobili che necessitano qualche manutenzione».

La convenzione

Una volta firmata la convenzione con il Demanio, inizierà dunque l’attività di perizia sui singoli beni, operazione per la quale Zilli intende avvalersi di un pool di professionisti, chiamati appunto a stimare il valore di mercato di ogni immobile rientrante nel piano di vendita. Se da un lato dunque la Regione si prepara a far pulizia tra le sue proprietà, dall’altro attende di vedersi trasferire dal Demanio militare alcuni beni ritenuti strategici, richiesti dalle stesse direzioni regionali oppure dagli enti locali che rispettivamente hanno opzionato 53 e 25 beni di proprietà dello Stato.

I beni

Ci sono, tra gli altri, Palazzo de Nordis e la caserma Francescatto a Cividale, la caserma Ugo Polonio e il castello a Gradisca d’Isonzo, il lungomare Trieste a Lignano Sabbiadoro, le caserme Lamarmora a Tarvisio e Cantore a Tolmezzo, la polveriera Usago a Travesio, la pineta di Barcola a Trieste.

«Facendo pulizia del proprio portafoglio immobiliare l’agenzia del Demanio dello Stato sta contemporaneamente realizzando un’opera di cessione strategica di beni di alto valore, che possono diventare occasione di rilancio per moltissimi territori», afferma ancora Zilli ricordando come in regione vi sia storicamente un alto numero di immobili appartenenti al demanio militare, che «se adeguatamente valorizzati, rappresentano un patrimonio strategico importante e dall’altissimo potenziale di sviluppo».

I Comuni

«Molti enti locali, come anche varie direzioni della stessa amministrazione regionale, hanno individuato beni di interesse e hanno fatto richiesta di trasferimento a titolo non oneroso per attuare piani strategici di sviluppo e valorizzazione», continua l'assessore della Lega ricordando tra gli altri «la caserma Lamarmora di Tarvisio, certamente nota a migliaia di cittadini friulani che vi hanno prestato il servizio militare, e che ormai è diventata un’icona per la comunità locale. Questa come gli altri beni opzionati – conclude l’assessore regionale Barbara Zilli – sono già oggetto di valutazione da parte della paritetica regionale».

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