Casagrande, preoccupazione per il futuro

Fontanafredda: in un anno l’azienda ha perso altri 30 posti. E ad aprile scade la cassa straordinaria

FONTANAFREDDA. Cresce la preoccupazione per il futuro degli operai della Casagrande a Fontanafredda. Nell’arco dell'ultimo anno l’azienda specializzata nella produzione di macchine per fondazioni ha perso 30 unità tra ingressi in mobilità e allontanamenti volontari. Ventidue sono invece le maestranze entrate in cassa integrazione a zero ore, con conseguenti riduzioni sulla busta paga. E ad aprile 2015 scadrà la cassa integrazione straordinaria: un appuntamento al quale le rsu Fiom (unica sigla sindacale rappresentata) vogliono giungere preparate.

«Abbiamo già chiesto ai vertici aziendali – spiega Paolo Pizzutti – l’apertura di un tavolo di confronto. Puntiamo ai contratti di solidarietà, che permettano di lavorare, magari poco, a tutti». Un anno di cassa a zero ore, raccontano alla Casagrande, fa snellire la busta paga di 7-8 mila euro. Lo sa bene P.L., 43 anni, due figli piccoli e una moglie impiegata allo Ial di Pordenone con un contratto di solidarietà, rientrato recentemente in linea a tempo pieno dopo 12 mesi passati a casa. «Di colpo mi sono visto ridurre le entrate – testimonia –, non è semplice anche a livello umano stare a casa e pensare che i tuoi colleghi sono al lavoro. Ti prende l’inquietudine, cui si uniscono le ristrettezze economiche che ti costringono a tirare la cinghia, rinunciando a cose che hai sempre ritenuto scontate come mangiare una pizza fuori con gli amici o la famiglia».

Prima della crisi, la Casagrande dava lavoro a 250 persone, tra tute blu e colletti bianchi. Con la recessione sono cominciati i problemi che sono comuni anche alle altre aziende strutturate della provincia: al calo delle commesse si è fatto fronte con l'attivazione degli ammortizzatori sociali e incentivando la cessazione di alcuni rapporti lavorativi. Le rsu Fiom sono in attesa dell’apertura delle trattative con la proprietà, consce che da qui ad aprile la partita è tutta da giocare.

Gli operai della Casagrande hanno aderito in massa alle mobilitazioni degli ultimi mesi contro il Jobs Act del Governo Renzi, in particolare a difesa dell’articolo 18, partecipando anche allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil il 12 dicembre. Nel 2013, da maggio a luglio sono stati diversi i momenti di protesta fuori e dentro i capannoni dell'azienda per il rinnovo del contratto di lavoro e l’ottenimento di salari più equi.(m.pa.)

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