“Casa Clelia”, cambia l’assistenza agli anziani

Pordenone, progetto pionieristico realizzato dalla cooperativa sociale cordenonese Foenis. La struttura è in grado di ospitare sino a otto persone in un ambiente familiare

PORDENONE. Una casa accogliente a misura di anziano, dove possa vivere in un contesto familiare, sicuro e assistito giorno e notte, ma in modo autonomo. Prenderà vita a inizio agosto, con l’arrivo dei primi quattro ospiti della struttura, il progetto pionieristico realizzato dalla cooperativa sociale Foenis in via Meschio 6, laterale di via Cappuccini, a Pordenone.

La cooperativa è nata a Cordenons due anni fa per offrire assistenza ad anziani, disabili e famiglie e ora è pronta ad aprire una casa-famiglia residenziale e semiresidenziale, denominata “Casa Clelia”, in grado di ospitare sino a otto persone adulte di ambo i sessi, autosufficienti e dai 65 anni in su, con qualche eccezione per gli over 60.

“Casa Clelia” è l’alternativa all’assistenza domiciliare e alla casa di riposo per anziani soli o con famiglie che non possono prendersi cura di loro. Lo spirito del progetto mescola assistenza, aggregazione e integrazione dell’anziano ricreando un contesto di familiarità che punta al benessere psico-fisico dell’ospite.

Il team di soci della cooperativa che lo seguirà direttamente è composto dalla presidente Daniela Mendes, dalla figlia Samantha Turchet, dal marito Piero Turchet, medico di base a Cordenons, dall’operatore Massimo Carpenè, volontario della Croce rossa, e dallo stesso proprietario della casa, il commercialista pordenonese Renzo Valentini.

«In questa casa – spiega quest’ultimo – hanno vissuto mio padre e mia madre Clelia, dalla quale ha preso il nome. Avevo cercato di venderla, ma poi mi è nato il desiderio di farne qualcosa di più». L’incontro con la cooperativa lo scorso autunno è stato un colpo di fulmine.

Era giusto alla ricerca di un luogo dove realizzare il progetto. Valentini si è così fatto carico di tutta la ristrutturazione della casa: 120 metri quadri di superficie al piano terra e una novantina al piano superiore, è dotata di ascensore, diversi servizi, sale, cucina e camere singole o doppie per gli ospiti. Non mancano il giardino e l’orto.

La Foenis ha un contratto d’affitto e si è occupata dell’arredamento. «La casa – rileva Mendes – sarà gestita da me, da mia figlia e da Massimo assieme a una signora che farà da cuoca e che resterà con gli ospiti la notte. Vogliamo che qui gli ospiti si sentano come a casa loro: i familiari saranno liberi di venire quando vogliono e loro di muoversi in autonomia».

Il vantaggio è che non saranno mai soli e che verranno coinvolti in svariate attività. Nello spirito della onlus, le rette copriranno le sole spese di gestione e i costi del personale e per questo saranno inferiori a quelle di una casa di riposo per persone autosufficienti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto