“Casa chiusa”, i testi contro Bruna Zandonà

Treviso, alla sbarra la “maitresse” sacilese. «Ecco come gestiva il bordello di via Sant’Agostino»

SACILE. Torna alla sbarra Bruna Zandonà, la donna sacilese salita più volte agli onori delle cronanche perché accusata di aver gestito case di appuntamento a Treviso e in altre località.

Dopo che un vizio di procedura aveva bloccato la prima udienza del procedimento penale a carico di Bruna Zandonà, la maitresse finita alla sbarra per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione è tornata di fronte ai giudici del tribunale di Treviso. La 63enne di Sacile non era in aula durante la deposizione dei testi dell'accusa, tra cui una sua ex “coinquilina” che, stando a quanto dichiarato mentre si trovava sul banco dei testimoni, la inchioderebbe alle proprie responsabilità.

Patty, questo il nome d’arte dell’ex prostituta, avrebbe confermato che Bruna Zandonà sarebbe stata solita a pattuire in prima persona i prezzi con i clienti a seconda delle prestazioni richieste e delle ragazze le quali avrebbero dovuto partecipare alle spese d’affitto e delle bollette. Patty avrebbe inoltre detto che, dopo non aver avuto più rapporti per anni con Bruna Zandonà, sarebbe stata contatta da lei quando venne a sapere che Linda (un’altra “coinquilina” di Zandonà), dopo un litigio, avrebbe voluto denunciare a Le Iene il funzionamento del “bordello” di via Sant’Agostino a Treviso. Bruna avrebbe detto a Patty: «Mi devi aiutare, devi convincere Linda a non dire niente altrimenti dico io alla tua famiglia il lavoro che fai». Altra dichiarazione che aggraverebbe la posizione processuale della Zandonà. Il processo riprennderà il 18 luglio, quando testimonieranno alcune lucciole che lavoravano in via Sant’Agostino e anche qualche cliente.

Dopo le “disavventure” con Le Iene che l’avevano portata alla ribalta nazionale – e il blitz della polizia che l’aveva portata in carcere per sfruttamento della prostituzione – l’estate scorsa Bruna Zandonà era stata di nuovo denunciata per favoreggiamento della prostituzione al termine di un’indagine condotta dai carabinieri di San Donà di Piave. Al termine di una lunga attività investigativa, i militari avevano individuato 18 appartamenti nella zona di Jesolo. Oltre a Bruna Zandonà erano state denunciate altre 7 persone.©RIPRODUZIONE RISERVATA

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