Cartiera Romanello, l’ora della verità

CAMPOFORMIDO. Oggi è il D-day per la Cartiera verde Romanello: i creditori si pronunciano sul documento concordatario. Se tutto andrà bene, l’approvazione aprirà la strada a un imprenditore toscano disposto a far ripartire lo stabilimento. In caso di pollice verso, sarà il fallimento. Ma il parere degli aventi diritto a decidere sulla sorte dei 140 cassintegrati non sarà immediato, hanno 20 giorni per esprimersi. E’ possibile anche che il tribunale decida per un rinvio.
Oggi al tribunale di Milano, alle 13.30, per l’udienza davanti al giudice sul concordato oltre ai legali della proprietà e ai tecnici incaricati della procedura ci sarà anche una delegazione della Cvr. Il sindacalista Paolo Morocutti (Slc Cgil) e la Rsu (Lino Callegaro, David Stepich e Marco Nonino) chiederanno di assistere «per vedere con i propri occhi – spiega Morocutti, che rappresenta anche il collega Stefano Di Fiore della Cisl – quanto succederà».
Parte sfavorito il concordato, per il giudizio non positivo espresso dai commissari, che potrebbe influenzare negativamente il parere dei creditori (essenzialmente banche e fornitori, mentre le maestranze, compresi i dirigenti messi in mobilità, hanno già ottenuto le loro spettanze).
Interessante in proposito sentire una voce vicina alla proprietà del complesso cartiero (per il 20% in capo alla famiglia Mastagni, per il resto frammentata tra vari soci): «Non si spiega come mai questo parere sa stato negativo, i commissari non hanno colto nella proposta elementi di forte positività che pure vi sono contenuti».
Prosegue il rappresentante della società: «Non penso che quanti sono chiamati a votare si facciano condizionare dalla relazione dei commissari: un fallimento non conviene a nessuno, a loro men che meno. Lo stabilimento è chiuso da due anni: si sconta la crisi inevitabile comune a tutto il settore della produzione nazionale di carta da giornale. Oggi in Italia nessuno ne produce, arriva da Germania, Spagna, Paesi dell’Est dove l’energia costa il 30% in meno».
Viene anche denunciata la lungaggine burocratica per addivenire al concordato: un milione di euro la spesa, che raddoppierebbe in caso di fallimento. Eventualità, questa, che viene respinta: «Sono ottimista – conclude il referente della proprietà –, la Cartiera Romanello rappresenta una buona opportunità».
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