Cartiera Romanello, dai creditori l’ok al concordato

Avranno al massimo il 10% del dovuto, ma l’alternativa era il fallimento. Resta l’incertezza per il lavoro
Basaldella 09 ottobre 2012 romanello protesta Copyright Petrussi pressTurco
Basaldella 09 ottobre 2012 romanello protesta Copyright Petrussi pressTurco

CAMPOFORMIDO. Passa il concordato per la Romanello. Con il 70% dei sì, i creditori ieri pomeriggio hanno accettato la proposta dell’amministratore unico e legale rappresentante di Terzifin srl, Stefano Mastagni. Un’operazione da 300 mila euro con cui Terzifin rileva alcuni crediti della Cartiera verde Romanello spa, ma anche l’Immobiliare Romanello srl (proprietaria dello stabilimento di Basaldella), i quadri, i mobili e gli arredi. Ai creditori nel migliore dei casi va il 10% di quanto dovuto. L’alternativa però era il fallimento.

«Con la presente, il sottoscritto dottor Stefano Mastagni, in qualità di amministratore unico e legale rappresentante della Terzifin srl, procede a formulare un’offerta irrevocabile di acquisto di alcuni crediti della Cartiera verde Romanello spa in liquidazione e in concordato preventivo, delle quote della Immobiliare Romanello srl e degli arredi, nonché di attribuzione alla società in concordato del ricavato della vendita del terreno sito a Balsadella di Campoformido».

È datata 21 gennaio la lettera con cui Mastagni presenta l’ultima proposta. Ora, leggendo il documento, il lavoro non sembra trovare spazio (il 19 giugno scade la cassa integrazione). Ma, senza voler instillare inutili speranze, non tutto pare perduto. Perché i macchinari potrebbero ancora ripartire. E con loro anche il lavoro.

Con tutta probabilità a ranghi ridotti. Ma una flebile apertura esiste. Certo è che le altalene di promesse e delusioni incassate in questi ultimi anni dagli operai tengono alto il livello dell’allarme. Perché proprio quelle “altalene” hanno peggiorato una situazione già grave. In sostanza, i commissari certificano la perdita di liquidità per i creditori, ma «la soluzione alternativa del fallimento non consentirebbe la prospettazione di scenari più favorevoli».

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